Subete wa umi ni naru
Subete wa umi ni naru (すべては海になる, All to the sea). Regia, soggetto e sceneggiatura: Yamada Akane dal suo romanzo omonimo; interpreti: Satou Eriko, Yagira Yuuya, Andou Sakura, Yoshitaka Yuriko, Watanabe Mariko. 119’, 23 gennaio 2010
Punteggio ★★★1/2
PIA: Commenti 3/5 All’uscita delle sale: 63/100
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Ancora un esordio di una regista donna, ancora una piacevole scoperta. L’ottimo primo film della scrittrice e sceneggiatrice Yamada Akane usa sapientemente ingredienti ormai stereotipati in molti seishun eiga – famiglie anafettive, incapacità di amare, disagio giovanile, bullismo – per fare un passo avanti, riuscendo a comunicare effettivamente disagi ed emozioni. La protagonista, dopo un’adolescenza segnata dall’enjo kousai, non è capace di amare. Legge molti libri sull’amore e sull’incapacità di amare, non trova ugualmente l’amore ma in compenso ottiene, un po’ fumettisticamente, un posto in una libreria dove cura un angolo personale sui libri per le persone che non sanno amare. Accetta passivamente, in parte per motivi di lavoro, una relazione vuota con un funzionario di una grande casa editrice. Quando scopre che lui cambia i finali dei romanzi che pubblica pensando che così vendano di più, e modifica anche un testo pubblicitario scritto da lei, lo abbandona, salvo poi accettare altrettanto passivamente il suo ritorno. Un giorno entra in contatto con un liceale la cui madre cleptomane viene sorpresa a rubare nella libreria. Viene colpita dalla fragilità e la purezza del ragazzo, sofferente per i dolorosi rapporti con il padre violento e per il bullismo di cui è oggetto da parte dei suoi compagni di classe. E’ attratta dal ragazzo perché lo vede come l’unica persona vera (ancora incontaminata?) in un mondo di fasulli, in cui tutti recitano ruoli di convenienza o che pensano siano convenienti: editori che manipolano i romanzi, scrittori che accettano qualunque cosa pur di essere pubblicati, il padre del ragazzo che nega la malattia della madre e il fallimento della propria famiglia. Tra i due si avvia timidamente e faticosamente una relazione che evolverà delicatamente, senza imporre il lieto fine automatico che ci si aspetterebbe. Come dice il titolo, “tutto finisce al mare”: lì è ambientata l’ultima scena del film ma soprattutto gli animi affini prima o poi si incontrano, sembra indicarci la Yamada. Un film sul vero, sull’essere veri.
Fra gli attori svetta Yagira Yuuya (Daremo shiranai), che infonde al suo personaggio una intensità drammatica rara. Affascinantemente convincente Satou Eriko, vista finora in ruoli comici o di icona sensuale (Cutie honey, Funuke domo, kanashimi no ai wo misero). In ruoli minori due probabili future star: la simpatica Yoshitaka Yuriko (Hebi ni piasu, il drama Shiroi haru) e soprattutto l’enigmatica e conturbante Andou Sakura (Ai no mukidashi, Oretachi ni asu wa naissu). [FP]