Chonmage purin
Chonmage purin (ちょんまげぷりん, Chonmage Pudding). Regia e sceneggiatura: Nakamura Yoshihirō; soggetto: dal romanzo di Araki Gen; interpreti: Nishikido Ryō, Tomosaka Rie, Suzuki Fuku; durata: 108′; prima: 31 luglio 2010.
Links: Sito ufficiale – Mark Schilling (Japan Times)
PIA: Commenti: 4/5 All’uscita delle sale: 80/100
Punteggio ★★
In anni recenti, vari registi caratterizzati da originalità e/o anticonformismo si sono presi una pausa di creatività rispetto ai loro standard per realizzare un’opera più vicina alle tendenze cosiddette “commerciali”. Così è stato per Hiroki Ryūichi con il mal riuscito polpettone Yomei ikkagetsu no hanayome (April Bride) o per Sono Shion con l’ottimo Chanto tsutaeru (Be Sure To Share); così è ora per Nakamura Yoshirō che, dopo una serie di film (Golden Slumber; Fish Story; The Foreign Duck, the Native Duck and God) tutti segnati da storie magari un po’ cervellotiche, ma comunque acute e intriganti, si concede questo placido e gradevole film per famiglie.
Una madre separata e il figlio piccolo vedono per strada un uomo vestito da samurai. Pensano sia un attore per qualche pubblicità ma scoprono, tra l’incredulità e il timore, che si tratta in realtà di un vero samurai, proveniente dalla Edo del 1826. Chiaro caso di spostamento nel tempo, il film ha l’intelligenza di non preoccuparsi di spiegare e illustrare l’aspetto fantascientfico della vicenda, ma semplicemente di farci divertire accostando i modi di ragionare e di agire del samurai a quelli delle persone di oggi. Pur senza mai abbandonare la fida katana – che, peraltro, come è facile immaginare, torna utile nel momento di pericolo, ieri come oggi – il samurai partecipa alla vita della madre e del figlio, si appassiona alla cucina e soprattuto all’arte pasticciera, diventa amico-padre del bambino, scopre, inevitabilmente, l’uso del cellulare. Il confronto delle mentalità, seppur superficiale, è divertente, con risvolti dolci e talvolta commmoventi.
La morale, se se ne vuole trovare una, potrebbe valere per tutti i paesi: per riuscire a fare oggi delle cose di buon senso come padre, amico o marito c’è bisogno di un uomo tutto d’un pezzo, un uomo d’altri tempi, un samurai appunto.
Nishikido Ryō, con il suo cipiglio cupo e imbronciato si cala bene nella parte; Tomozaka Rye sarebbe carina come giovane madre che deve trovare un nuovo compagno non fosse per il fatto che tende continuamente a storcere la bocca verso destra.
“Chonmage” è il nome della pettinatura tipica dei samurai, con la testa semirasata e i capelli raccolti in una grossa striscia al centro della testa e il relativo codino. “Purin” è la pronuncia giapponese per “pudding” e indica un dolce giapponese derivato dal pudding, simile al budino e alla crème caramel. [FP]
non mi è piaciuto granché, anche perché Nishikido Ryo non sono mai riuscito a digerirlo con quella faccia…
alla fine è una commediola carina come se ne vedono tante. forse il romanzo è meglio.
Concordo. Infatti il mio punteggio è stato 2/5. Inoltre, detto in tutta onesta, non sopporto Nishikido Ryou