Oooku (The Lady Shogun and Her Men)
Oooku (大奥, The Lady Shogun and Her Men). Regia: Kaneko Fuminori; soggetto: dal manga di Yoshinaga Fumi ; sceneggiatura: Takahashi Natsuko; interpreti: Ninomiya Kazunari, Shibasaki Kō, Horikita Maki, Tamaki Hiroshi, Sasaki Kuranosuke, Baisho Mitsuko, durata: 116′; prima: 1 ottobre 2010.
Link: Sito ufficiale – Trailer (Youtube) – Film Business Asia – Hollywood Reporter (Tokyo Film Festival).
PIA: Commenti: 3,5/5 All’uscita delle sale: 68/100
Punteggio ★★★★★
All’inizio del ‘700 una misteriosa epidemia distrugge gran parte della popolazione maschile del Giappone. La struttura e i ruoli sociali vengono ribaltati: le donne diventano i membri dominanti della società e del governo e gli uomini, rimasti in proporzione di 1 a 4 rispetto alle donne, vengono ricercati per la loro capacità di generare figli. A Edo, Mizuno (Ninomiya Kazunari), un giovane samurai appartenente a una famiglia di samurai in difficoltà economica, vorrebbe sposare l’amica d’infanzia Onobu (Horikita Maki), ma non può per la differenza di status. Per cercare di risollevare le sorti della famiglia, decide di entrare nell’oooku, cioè l’harem dello shogun, dove centinaia di bei ragazzi cercano di catturare l’attenzione e le grazie dello shogun femmina. E’ un ambiente difficile, pieno di conflitti, invidie e ambizioni. Le cose cambiano all’improvviso quando viene nominato shogun Tokugawa Yoshimune (Shibasaki Kō), una donna diversa dalle precedenti, la quale, lontana dalla leziosità di corte, decide di attuare un programma di austerità per il progresso del paese ….
Il regista televisivo Kaneko Fuminori ha tratto questo film da una serie di manga molto famosa di Yoshinaga Fumi. Alcuni critici e molti fan del manga hanno lamentato la perdita dei vari spunti iconoclasti di sapore femminsta dell’immaginifico manga originario. Non ho letto il manga ma non ho difficoltà a credere alla fondatezza di queste critiche. Il film, infatti, riposa sul difetto di prendersi troppo sul serio e di non mostrare alcuno dei tratti di fantasia e gaiezza che la storia potrebbe avere (e che il manga a quanto pare aveva). Con un taglio apparentemente drammatico (si fa per dire) si traduce in una piatta esposizione delle ansie di carriera e dei turbamenti omosessuali dei giovani aspiranti concubini. Senza passione, senza spessore, non è né realistico né irriverente. Anche la struttura pare essere squilibrata: la lunga parte iniziale dedicata all’illustrazione della vita nell’harem sposta l’entrata in scena della protagonista femminile dopo la metà del film, e anche allora l’interazione tra i due protagonisti è tutto sommato limitata, senza dar luogo a grandi sviluppi, oltre a qualli prevedibili. La conclusione, poi, pare affrettata.
Se da un lato si registra la ormai scontata cattiva abitudine di far interpretare i ruoli da protagonista a giovani divi della canzone e dello spettacolo (in questo caso la faccia da cucciolo bagnato di Ninomiya Kazunari, componente del gruppo musicale Arashi), dall’altra va segnalata la crescita come attrice di Shibasaki Kō, che offre una presenza scenica sempre più coinvolgente. Horikita Maki, invece, in costume d’epoca è meno sfiziosa che nei ruoli contemporanee. Sasaki Kuranosuke e Tamaki Hiroshi molto apprezzabili dei due melliflui e intrigranti capi dell’harem. [Franco Picollo]