Paranormal Activity 2: Tokyo Night
Paranomaru akutibiti: dai 2 shō – Tokyo night (パラノーマル・アクティビティ 第2章/TOKYO NIGHT, Paranormal Activity 2: Tokyo Night). Regia e sceneggiatura: Nagae Toshizaku; soggetto: il film Paranormal Activity, di Oren Peli; interpreti: Nakamura Aoi, Aoyama Noriko; durata: 90′; uscita: 20 novembre 2010.
Link: Sito ufficiale – Mark Schilling (Japan Times)
PIA: Commenti: 3/5 All’uscita delle sale: 64/100
Punteggio ★★★
Un buon film che illustra una peculiarità del mondo giapponese e cioè la capacità di assimilazione e rielaborazione migliorativa. Nel 2007 il giovane regista israelo-americano Oren Peli girò a casa sua in 10 giorni con 15.000 dollari un film basato su una idea forte. Un mockumentary su una coppia che comincia a rilevare fenomeni inquietanti nella casa in cui vive; lei rivela al compagno che in realtà fin da quando aveva otto anni è perseguitata da presenze paranormali e decidono di filmare cha cosa accade durante la notte mentre dormono. Il film ebbe un immenso successo nelle sale americane e poi europee, diventando un caso.
Nel 2010, Nagae Toshizaku ha ripreso il film e lo ha fatto “alla giapponese”. La storia e lo svolgimento sono molto simili ma l’aggiunta e/o la rimozione di tutta una serie di dettagli trasformano quella che era una buona idea mal realizzata in un bel film, teso e verosomigliante.
Innanzitutto i protagonisti sono fratello e sorella e non una coppia. In secondo luogo vengono eliminati tutta una serie di isterismi interni alla coppia del film originario. In terzo luogo viene aggiunta l’invalidità temporanea della protagonista, vittima di un incidente d’auto, che deve usare la sedia a rotelle (ottimo ingrediente terrifico). In generale, la versione giapponese è, come si conviene a un prodotto effettivamente inquietante, fredda e asciutta, senza scorciatoie per impressionare lo spettatore e proprio per ciò coinvolgente in profondità.
Innanzitutto i protagonisti sono fratello e sorella e non una coppia. In secondo luogo vengono eliminati tutta una serie di isterismi interni alla coppia del film originario. In terzo luogo viene aggiunta l’invalidità temporanea della protagonista, vittima di un incidente d’auto, che deve usare la sedia a rotelle (ottimo ingrediente terrifico). In generale, la versione giapponese è, come si conviene a un prodotto effettivamente inquietante, fredda e asciutta, senza scorciatoie per impressionare lo spettatore e proprio per ciò coinvolgente in profondità.
Nagae, professionista sia del mockumentary che dell’horror – sua, fra l’altro la serie TV Hōsō Kinshi (Banned from Broadcast) – riesce a darci un prodotto simile ma decisamente migliore dell’originale. Luci, fotografia e atmosfera della scena finale sono straordinari. [Franco Picollo]
E' il prossimo film che guarderò…
Sì, ne vale la pena ….
uh, e io che pensavo fosse una cazzatina…
a proposito, al Feff ho visto in giro un buon numero di bigliettini pro-sonatine 🙂 eri a Udine anche tu? Io sono tornato ieri…
ciao, c
Anch'io pensavo fosse una sciocchezza, invece, pur non essendo un capolavoro, è ben fatto.
No, purtroppo a Udine non c'ero ma ho dato i bigliettini a un amico …..
Volevo intervenire con un commento degno di nota, ma… l'articolo mi piace, quindi… GRANDI!!! Continuate così!
Cartomanzia dal vivo
Grazie!