Film giapponesi al Festival di Locarno
La sessantaquattresima edizione del Festival di Locarno presenta, innanzitutto, un omaggio al cinema di Matsumoto Hitoshi, che oltre a Dai nipponjin e Shinboru, comprende anche la proiezione del recentissimo Sayazamurai.
Il direttore artistico del festival, Olivier Père, così si è espresso sull’opera di Matsumoto: «Approdato al cinema dalla televisione, dove spopolava in Giappone con i suoi spettacoli e la sua personalità, Matsumoto in soli tre lungometraggi ha inventato e sperimentato nuove forme di finzioni comiche, estremamente originali, in bilico tra burlesque, surrealismo e generi popolari, capaci di sorprendere e sedurre anche gli spettatori più disinteressati. Rappresenta una delle più mirabolanti rivelazioni del cinema contemporaneo degli ultimi anni, siamo dunque felici di celebrare a Locarno l’opera di un creatore straordinario dall’umorismo e dall’immaginazione deliranti».
Due invece i film giapponesi che partecipano al concorso internazionale: Tōkyō kōen di Aoyama Shinji e Saudade di Tomita Katsuya che, ambientato nella prefettura di Yamanashi, narra le vicende del confronto fra la popolazione locale e un gruppo di stranieri.
Alla Settimana della critica partecipa invece il documentario Sketches of Myahk di Onoishi Koichi che si propone come un viaggio alla scoperta delle tradizioni culturali e musicali – che gli stessi giapponesi poco conoscono – dell’arcipelago di Okinawa, narrate in prima persona dai pluricentenari abitanti dell’isola di Miyako. Da segnalare, infine, il mediometraggio fuori concorso Ninifuni di Tetsuya Mariko.