Film giapponesi al Pusan Film Festival
Ricca vetrina della realtà del cinema asiatico, il festival di Pusan (Corea del Sud), che si terrà dal 6 al 14 ottobre, presenterà, nelle sue diverse sezioni, ben 28 film giapponesi, alcuni dei quali già presentati in altri festival (e in alcuni casi già recensiti su Sonatine), o comunque già usciti nel proprio paese d’origine. Tra questi citiamo Koi no tsumi (Guilty of Romance) e Himizudi Sono Sion, Hanezu no tsuki di Kawase Naomi, Ichimei (Hara-Kiri: Death of a Samurai) di Miike Takashi, Kiseki (I Wish) di Koreeda Hirokazu, Kotoko di Tsukamoto Shin’ya, Antoki no inochi (Life Back Then) di Zeze Takahisa, Hara ga kore nande (Mitsuko Delivers) di Ishii Yuya, My Back Page di Yamashita Noboru, Sayazamurai (Scabbard Samurai) di Matsumoto Itoshi, Sumagurā: omae no mirai wo erabe (Smuggler) di Ishii Katsuhito, Waga haha no ki (Chronicle of My Mother) di Harada Masato, Yoyochu: sex to Yoyogi Tadashi no sekai (Yoyochu in the Land of the Rising Sex), di Ishioka Masato e la coproduzione Cutdi Amir Naderi.
Queste, invece, le antiprime mondiali e internazionali di lungometraggi di finzione e documentari:
311 di Matsubayashi Yoju, Watai Takeharu, Mori Tatsuya
Documentario sulle drammatiche conseguenze umane dello tsunami del marzo 2011.
A Hundred -Year Journey of the Family di Kum Duk-chu
Diretto da un regista di origini coreane che vive lavora in Giappone, dove ha già realizzato Watarigawa (The River of Recociliation, 1994, miglior documentario dell’anno al Mainichi Film Concours) e collaborato con Imamura, il film, una coproduzione nippo-coreana, incrocia la riunione di alcune famiglie divise fra il Sud e il Nord della Corea, con la realtà ancora sofferta dei coreani residenti in Giappone.
Damn Life di Kitagawa Hitoshi
Un film indipendente di un giovane autore, al suo esordio nel lungometraggio di finzione, che narra le inquietudini personali di due impiegati a seguito della morte di un loro collega.
Hankyū densha (Hankyu Railway – A 15 Minute Miracles) di Miyake Yoshishige
Film d’esordio, l’opera si concentra sulle realtà, i sentimenti, le speranze e le paure di diversi viaggiatori che si trovano su un treno per pendolari.
Hard Romanticker di Gu Su-yeon
Romanziere e cineasta di origini coreane, Gu mette in scena in questo film autobiografico e tratto da un suo lavoro letterario, gli anni della sua adolescenze e gioventù, in un città dove imperano violenza, droga e sesso.
Shōji to Takao di Ide Yōko
Lungometraggio d’esordio di una giovane documentarista, il film ricostruisce la lotta di due uomini di mezza età che dopo un lungo periodo trascorso in prigione, si battono per affermare la loro innocenza.
Tokyo Playboy Club di Okuda Yōsuke
Già autore della trilogia Hot as Hell, Okuda realizza qui un thriller ambientato nel sottobosco della malavita giapponese, che ruota intorno al mondo di un club erotico.
Nyū taun no seishun (Tominaga Park) di Morioka Ryū
Primo lungometraggio di finzione del regista, il film verte sul passaggio alla maturità di tre giovani amici.
[Genji]