Onna no kappa – Underwater Love (おんなの河童 / Underwater Love )
Onna no kappa / Underwater love (おんなの河童 / UNDERWATER LOVE-おんなの河童- Underwater Love – A Pink Musical). Regia: Imaoka Shinji. Soggetto e sceneggiatura: Imaoka Shinji, Moriya Fumio. Fotografia: Christopher Doyle. Trucco: Ishino Taiga, Nishimura Yoshihiro. Interpreti: Masaki Sawa, Umezawa Yoshiro, Narita Ai, Yoshioka Mutsuo, Moriya Fumio. Produttore: Stephan Holl. Durata: 86′. Uscita nelle sale giapponesi: 8 ottobre 2011.
Links: Sito ufficiale – Mark Schilling (Far East Film Festival) – Sketches of Cinema – Raffaele Meale (Cineclandestino)
Punteggio ★1/2
Asuka (Masaki Sawa) è una trentacinquenne che lavora in una industria di preparazione del pesce per gli alimenti. E’ fidanzata con il suo capo (Yoshioka Mutsuo) e sta per sposarsi con lui. Un giorno vede in un lago un kappa (Umezawa Yoshiro), la figura metà uomo e metà pesce della tradizione leggendaria giapponese. Lo stesso giorno lo reincontra per strada, lui le parla e le rivela di essere Tetsuya, il primo amore di Atsuka che era annegato in uno stagno. Tetsuya dichiara di essere ancora innamorato di Atsuka e pian piano anche lei, fra schermaglie, equivoci e complicazioni, capisce di amarlo. Ma il dio della morte è in agguato…
Imaoka Shinji è noto per essere uno dei registi che hanno saputo rivitalizzare il genere pinku o meglio ricrearlo, traghettandolo definitivamente nei territori della commedia tout court. Suoi sono per esempio Tasogare (2008) e Daydream (2009). Con questo film ha forse voluto creare davvero qualcosa di nuovo che andasse addirittura al di là del genere – come dice lo stesso sottotitolo “un musical pinku“, misto di fiaba, musical e soft porno. L’aver chiamato come direttore della fotografia Christopher Doyle o aver utilizzato per le musiche il duo tedesco Stereo Total che canta in giapponese, o ancora l’impiego di Nishimura Yoshihiro per gli effetti speciali, sembrano confermare questa intenzione “autoriale”. Il film è stato conseguentemente salutato con molte lodi dalla critica ed è passato in molti festival. Detto tutto questo l’impatto emotivo alla visione risulta prossimo allo zero. Certo, alcune scene illuminate e fotografate da Doyle sono notevoli, gli attori sono attori-attori e non anonimi mestieranti dei pinku eiga ma ciononostante il film rimane un prodotto che non pare avere nulla da dire. Qua e là affiora una ricerca di originalità a tutti i costi, come nel caso del dio della morte che viene raffigurato come un ex hippy dedito solo a fumare e a bere, francamente sconcertante. Solo Masaki Sawa, con la sua bellezza ridente e la sua espressività lunare, riesce a darci qualche momento toccante. [Franco Picollo]
Almeno nessuno potrà dire che a Sonatine il cinema giapponese piace di default…
Certo!
concordo con la recensione
matteoB
fossimo in fb, farei click su "mi piace" al commento precedente (^-^) …