Dai giornali giapponesi: “Anata he” di Furuhata Yasuo [あなたへ, Dearest]
Takakura Ken sta molto bene nella parte del viaggiatore. Ma la sua figura sullo schermo non è quella di un viaggiatore spensierato, sembra sempre costretto ad agire così dalle circostanze.
In Il fazzoletto giallo della felicità, Takakura Ken, dopo essere uscito di prigione, per capire quali erano i sentimenti della moglie da cui si era separato, doveva andare a Yūbari. In Mille miglia lontano, per esaudire il desiderio del figlio al quale restava poco da vivere, doveva andare in Cina. Ora, anche per l’ultimo combattente del cinema yakuza, dopo una lunga sopportazione, è giunto il momento del suo viaggio terminale.
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Il viaggio a Hirato per leggere il testamento della moglie comincia con un atteggiamento passivo ma, durante il viaggio, lo attende un incontro imprevisto. Gli tornano così alla mente le occasioni uniche di incontro con i giovani del Il fazzoletto giallo della felicità e con i cinesi delle Mille miglia lontano.
Anche per Kurashima ci sono quindi degli incontri insostituibili: l’ex-insegnante (Kitano Takeshi), il venditore di calamari ripieni (Kusanagi Tsuyoshi) e il suo socio (Satō Kōichi), la coppia di giovani che aspetta di sposarsi (Miura Takahiro, Ayase Haruka) e l’anziano barcaiolo (Ootaki Hideji). Tutti, sembrano persone ordinarie ma il rimorso e il dolore che attanaglia i loro cuori sono pesanti. Ognuno a modo suo, sono persone il cui stato d’animo sembra essere vicino a quello di Kurashima. Ciononostante, si comportano e lavorano come se tutto fosse normale. Lui, invece, si interroga sul senso di cosa sta facendo. È possibile che solo lui viva nel ricordo di quando era felice?, si chiede Kurashima fra sé e sé.
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La macchina da presa segue a lungo il girovagare di Kurashima. Ciò che il regista Furuhata Yasuo vuole mostrarci non è solo Kurashima dopo aver fatto l’esperienza del viaggio. Kurashima che prosegue il cammino per intraprendere una nuova vita, è proprio Takakura.
Tornato sugli schermi dopo sei anni, Takakura ha mostrato di essere una star diversa da quella che è stata finora con una presenza che colpisce profondamente. Ovunque lui si dirigerà, è certo che lo spettatore continuerà a seguirlo.
[Kondō Takashi- Yomiuri Shinbun, 31/8/2012 – Traduzione libera di Franco Picollo]