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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Il cinema di Kinoshita alla Japan Foundation di Roma

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Continuano le iniziative meritevoli in campo cinematografico  dell’Istituto Giapponese di Cultura di Roma. E’ ora la volta di Kinoshita Keisuke, di cui è ricorso nel 2012 il centenario della nascita.
Considerato uno dei più grandi registi giapponesi, Kinoshita (Hamamatsu 1912 – Tokyo 1998) ha lavorato per quasi tutta la sua carriera alla Shochiku, la major dove si formò anche Ozu, nota per l’ampia produzione di shomin-geki, storie di vita quotidiana. Ed è proprio la Shochiku che gli rende omaggio attraverso una serie di progetti celebrativi e una pagina web dedicata al regista, autore di 49 lungometraggi realizzati tra l’inizio degli anni ’40 e la fine degli anni ’80, divenuti tasselli fondamentali della storia del cinema giapponese. Mentre Ozu andava sviluppando uno stile austero e rigoroso, che limava e perfezionava di film in film, Kinoshita ha cambiato costantemente registro espressivo, in una continua sfida con se stesso per adattarsi ai nuovi soggetti e alle diverse tecniche di narrazione. Passato alla storia come il regista del primo lungometraggio giapponese a colori, dopo pochi mesi dal successo della commedia Karumen kokyo ni kaeru/Carmen torna a casa (1951), Kinoshita si cimentò sul terreno della sperimentazione con il film Nihon no higeki/Una tragedia giapponese (1953), un lavoro in cui i tempi della narrazione procedono alla rinfusa e l’inserimento del cinegiornale anticipa i film modernisti degli anni Sessanta. Uno dei temi più esplorati dal regista nel corso della sua produzione è la perdita dell’innocenza sperimentata dai protagonisti delle sue storie di fronte alla complessità e alla durezza della vita. La consapevolezza che il Giappone dopo la guerra si sta avviando verso cambiamenti profondi, distaccandosi da quelle tradizioni del passato che, seppur rigide, garantivano comunque la tranquillità di una esistenza ordinaria, si avverte in quasi tutte le opere del regista, che non si esime dal tratteggiare anche le tante situazioni di disagio e povertà del Paese nel dopoguerra, come mostra uno dei suoi film più cupi, Koge/The scent of Incense.

wo-6935492La retrospettiva include quattordici film, tra cui l’opera di esordio alla regia, Hanasaku minato (Port of flowers, 1943),  tutti in 35mm, in versione originale giapponese con sottotitoli in italiano o inglese. Ecco l’elenco completo (cliccate il link seguente per il calendario delle proiezioni, tenendo conto che le proiezioni di domani 5 marzo sono sospese):
Hanasaku minato (Port of Flowers, 1943)
Rikugun (The Army, 1944)
Karumen kokyo ni kaeru (Carmen torna a casa, 1951)
Onna (Woman, 1951)
Nihon no higeki (Una tragedia giapponese, 1953)
Nijushi no hitomi (Twenty-four eyes, 1954)
Nogiku no gotoki kimi nariki (Il mio primo amore, 1955)
Narayama bushiko (Ballad of Narayama, 1958)
Sekishunchō (Farewell to Spring, 1959)
Kyō mo mata kakute arinan (Thus Another Day, 1959)
Kazahana (The Snow Flurry, 1959) 
Fuefukigawa (Fuefuki River, 1960)
Eien no hito (Immortal Love, 1961)
Koge (The Scent of Incense, 1964)
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