Ohkike no tanoshii ryokō (大木家のたのしい旅行, A Honeymoon in hell)
Ohkike no tanoshii ryokō (大木家のたのしい旅行 新婚地獄篇, A Honeymoon in hell: Mr. and Mrs. Oki’s Fabulous Trip). Regia: Honda Ryūichi. Sceneggiatura: dal romanzo omonimo di Maeda Shirō.
Musica: Tsutaya Kōichi. Interpreti e personaggi: Takenouchi Yutaka (Ohki Nobuyoshi), Mizukawa Asami (Ohki Saki), Kiki Kirin (la chiromante), Katagiri Hairi (Tajima), Hashimoto Ai (Yoshiko), Denden (Akaihito), Emoto Akira (Wet Guy), Arakawa Yosi Yosi (Iijima), Yamasato Ryōta (Urasawa Hide). Produzione: Gaga, Onion, Studio Blue Co. Durata: 121 min. Anno: 2011.
Link: Sito ufficiale – Mark Schilling (Japan Times)
Punteggio ★★★
Qualsiasi idea abbiate a proposito di metodi per far rifiorire una quotidianità matrimoniale un po’ appassita, il giovane regista Honda Ryūichi offre nel suo bizzarro film spunti da tenere eventualmente presenti e che forse non vi sarebbero venuti in mente….
Nobu e Saki sono una coppia di giovani sposi che hanno alle spalle un lungo periodo di convivenza. A volte nella vita il percorso verso la consapevolezza di verità fondamentali ha origine dall’innescarsi di dinamiche apparentemente futili ed infatti i due, in seguito alla perdita del bollitore per il riso a causa di un recente trasloco, si imbattono in una chiromante (interpretata dalla gigionesca Kiki Kirin). La donna svela loro che l’attrezzo da cucina potrebbe trovarsi all’Inferno e che è possibile farci un viaggio per verificarlo. I giovani coniugi, animati da spirito di svolta e cambiamento, decidono così di tuffarsi in una vasca da bagno posta sul tetto dei grandi magazzini (che è la porta verso l’Inferno) e lanciarsi nell’avventura, che li porterà a contatto una (ir)realtà fatta di uomini blu (tranquilli) e uomini rossi (aggressivi), di hotel con scale senza fine, di piscine di zuppa calda nelle quali rilassarsi come in una onsen. Un viaggio in un altro mondo colorato e sorprendente al termine del quale, in ogni caso, riscopriranno le ragioni del loro essere una coppia. Cosa può nascere dalla perdita di un bollitore…
Percorso dantesco di discesa agli Inferi e ritorno per due personaggi che mantengono con coerenza la loro essenza di surrealtà: nulla sembra stupirli, che si tratti di partire per la più improbabile delle vacanze (che desta in loro solo la preoccupazione di quali abiti mettere in valigia), di fare un bagno in una piscina di stufato o di cimentarsi con esseri sovrannaturali dalle abitudini curiose. Il regista sembra insistere proprio sulla “impermeabilità” di entrambi a ciò che li circonda: teletrasportati all’improvviso in una zona deserta dell’Inferno, si intrattengono a fare fotografie, o durante il bagno nel sugo bollente non sanno neppure di cosa parlare, come una coppia ormai “stanca” del proprio rapporto.
Attorno a loro si muove un mondo colorato all’eccesso, e metaforico al limite del didascalico: una delle prime inquadrature li ritrae “persi” in un mare di scatoloni (quelli del trasloco), successivamente, nell’Altro Mondo, non manca la lunghissima scala che i due sono costretti a salire, che sottolinea la fatica del loro volersi rimettere in gioco, o il baratro sul bordo del quale, al termine di questo fantasioso road movie, il regista li fa camminare tenendosi finalmente per mano.
Interessante la critica alla società capitalistica e gli spunti di analisi dei rapporti interpersonali (i due, man mano, riscoprono la fiducia reciproca e i valori della loro relazione); si ride soprattutto nella prima parte, per l’arguzia delle trovate, da un certo momento in poi la strada sembra segnata e, quindi, prevedibile. [Claudia Bertolè]