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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Dai giornali giapponesi: Daijōbu sankumi (だいじょうぶ3組, Nobody is Perfect)


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Che naturalezza! Ototake Hirotada, autore del bestseller internazionale Gotai fumanzoku [Nessuno è perfetto] ha scritto anche un romanzo basato sull’esperienza di quando ha fatto l’insegnante di scuola elementare. Ora il romanzo è diventato un film e Ototake in persona recita la parte del protagonista Akao Shinnosuke. Naturalmente lo sguardo dei bambini che incontrano per la prima volta un insegnante senza gambe e braccia è quello che si ha nei confronti di una persona diversa ma anche il loro disagio sembra molto naturale. Insomma, un buon inizio.
Akao, insieme all’insegnante di sostegno e amico d’infanzia Shiraishi (Kokubun Taichi), affronta ventotto bambini della classe “Tre” del quinto anno. In un primo momento i bambini sono tutti incuriositi dalla figura di questo insegnante che mangia il pranzo scolastico in classe usando abilmente il cucchiaio. Poi, pian piano lo accettano come se fosse un insegnante come gli altri. Hiroki Ryūichi ha girato il film nello stesso ordine in cui si sviluppa il romanzo. E’ un modo per mostrare in maniera molto naturale il cambiamento del rapporto tra l’insegnante e i bambini e risulta decisamente efficace.
Ciò che però smuove il cuore dei bambini più di ogni altra cosa è lo spirito forte e sano di Akao. Fa lezione al parco mentre ammirano la fioritura dei ciliegi o si rade i capelli a zero per una promessa fatta ai bambini. Il suo modo di fare fuori dal senso comune talvolta viene anche rimproverato dai superiori ma lui non si imbarazza e non si perde d’animo.
Prende il proprio corpo come argomento di discussione e chiede ai bambini: “Cos’è la normalità?”.  Ciò che scioglie il cuore anche a una bambina che ha sentimenti contrastanti nei confronti della sorella handicappata è la forza di mettere a nudo il proprio “non essere normale”.  Un sano spirito che pone in discussione “il fatto di essere normali”.
Ototake interpreta la parte del protagonista in maniera naturale. Anzi, più che recitare, si può dire che è lui stesso. E’ per questo che anche gli spettatori riescono ad accettarne il coraggio come se fosse una cosa naturale.
(Kondō Takashi – Yomiuri Shinbun Online, 29 marzo 2013)
[Traduzione libera di Franco Picollo]
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