Mimi wo kaku onna (耳をかく女, The Ear Cleaner)
Mimi wo kaku onna (耳をかく女, The Ear Cleaner). Regia, sceneggiatura e montaggio: Horiuchi Hiroshi. Fotografia: Sanbongi Hisaki. Musica: Satomimagae. Interpreti: Sakuragi Rina (Ena), Nakata Akira (Yoshinobu), Hirosawa Sō. Produttrice: Hibara Yūko per Star Board. Durata: 107 minuti. Uscita in Giappone: 24 novembre 2012.
Link: Trailer – Mark Schilling (Japan Times)
Punteggio ★★★
Ena (Sakuragi Rina) viene sconvolta dal terremoto dell’11 marzo. In aggiunta, il ragazzo che dormiva con lei si dilegua nel momento del bisogno. Il doppio shock le fa perdere l’udito da un orecchio. Si mette a cercare un lavoro ma fra mancanza di progettualità esistenziale e handicap fisico non riesce a trovare nulla. Durante un colloquio in una azienda, Yoshinobu (Nakata Akira),un ragazzo che lavora lì, viene colpito dalla bellezza del suo orecchio. Ena sviluppa la sua deriva depressiva non curando né se stessa né la casa, finché un giorno incontra per caso un’amica che le propone un lavoro per lei sconosciuto: pulire le orecchie. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non si tratta di prestazioni sessuali ma consiste più che altro in una pratica di ascolto da parte della “pulitrice” e rilassamento da parte del cliente. Timorosamente accetta e ben presto scopre di essere molto brava in questa pratica proprio per la sua timidezza e gentilezza che mettono i clienti a loro agio. Nel frattempo, Yoshinobu riceve una telefonata del compagno della madre, scappata di casa quando lui era molto piccolo, che lo informa che la madre sta morendo. Yoshinobu si rifiuta di incontrarla e vaga per la città. Incontra casualmente Ena, la segue al lavoro, si fa pulire le orecchie da lei e poi pulisce lui le orecchie a lei. E’ l’inizio di una storia imprevista …
L’orecchio – la cui pulitura in Giappone è effettivamente più sentita che da noi e ha tutta una serie di attrezzini dedicati – è il motivo di fondo di questo film curioso e intrigante. L’orecchio è ciò che cambia la vita di Ena, in negativo, è ciò che attrae Yoshinobu (scopriremo che l’orecchio di Ena gli ricorda quello della madre, che lui accarezzava quando era piccolo) e ancora è ciò che cambierà, questa volta in positivo, la vita di Ena, prima con il lavoro e poi con l’incontro con Yoshinobu.
Fra visite mediche e massaggi rilassanti a clienti soddisfatti che chiedono “l’estensione”, cioè il prolungamento del massaggio, l’orecchio, ci ricorda indirettamente Ena, è uno dei baricentri della nostra vita psicosomatica. I clienti infatti si sentono coccolati, titillati, possono confessarsi, insomma, trovano a poco prezzo quello che la madre non può più dare loro e che la moglie forse non vuole dare.
È questa centralità che Horiuchi riesce abilmente a trasformare in una sensualità soffusa che sottende tutto il film, incluse le parti non riguardanti l’orecchio ma in cui la protagonista si veste o si sveste, senza mai scadere in facili quanto inutili scene erotiche. D’altra parte, è lo stesso regista che ci dice – attraverso le finte interviste alle donne che lavorano nel centro massaggi – che nella realtà anche il massaggio dell’orecchio è venuto a far parte della vasta e articolata industria giapponese del sesso e che i principali clienti sono “uomini che hanno il complesso della madre”, insomma i mammoni.
E’ curioso. I giapponesi hanno meno “fisicità immediata” di noi italiani che ci tocchiamo a ogni piè sospinto, ma quando affrontano qualche aspetto fisico mettendolo al centro di un film riescono a trarne molte più implicazioni e spunti intriganti di quanto verrebbe in mente. Così era per il notevole Yuriko no aroma e così è anche per questo film.
Sakuragi Rina è convincente nel suo mescolare naturalmente timidezza e sensualità. Horiuchi Hiroshi è un regista ancora ai primi passi ma sicuramente da seguire. [Franco Picollo]