Jōkyō monogatari (上京ものがたり)
Jōkyō monogatari (上京ものがたり). Regia e sceneggiatura: Morioka Toshiyuki. Soggetto: dal manda di Saibara Reiko. Fotografia: Kudo Tetsuya. Interpreti: Kitano Kie, Ikematsu Sosuke, Seto Asaka, Kimura Fumino, Kishibe Ittoku, Kurosawa Asuka. Durata: 109 minuti. Uscita in Giappone: 24 agosto 2013.
Link: Sito ufficiale – Mark Schilling (Japan Times)
Punteggio ★★1/2
Natsumi (Kitano Kie) ama disegnare fin da bambina. Finito il liceo, si traferisce a Tokyo – il titolo significa appunto andare a Tokyo, trasferirsi nella metropoli – dal paesino natale per fare l’accademia di belle arti e realizzare il sogno di diventare una mangaka (disegnatrice di fumetti). Del tutto sprovveduta e squattrinata, finisce a fare la hostess in un locale notturno. L’ambiente è duro ma piano piano riesce a ottenere l’accettazione da parte delle colleghe e a imparare a tenere i clienti al loro posto. Conosce Ryosuke (Ikematsu Sosuke), che fa il cameriere, e presto i due finiscono a vivere insieme. Diventa poi amica di Fubuki (Seto Asaka), la hostess più anziana e tosta del gruppo, che ha una bambina cui Natsumi insegna a disegnare. Le cose con Ryosuke però non procedono. Lui è buono ma non lavora e vive alla giornata con i soldi di lei. Natsumi invece, non solo si preoccupa di provvedere al loro sostentamento ma cerca ininterrottamente di far pubblicare i suoi disegni e con immensa fatica, comincia a vedere qualche risultato disegnando vignette erotiche evocate dall’ambiente in cui lavora e dalle avventure di una vicina di casa con le finestre sempre aperte. La storia con Ryosuke finirà, ci saranno eventi tristi e altri lieti ma alla fine riuscirà a coronare il suo sogno di diventare una disegnatrice di fumetti.
Storia di una mangaka tratta da un manga. L’originale, autobiografico, è infatti di Saibara Rieko (che interpreta anche una piccola parte nel film, la donna strana in ascensore quando Natsumi va a fare un colloquio di lavoro), della quale già altri lavori sono diventati dei film, come Onna no ko monogatari, diretto dallo stesso regista di questo film, e Mainichi kaasan.
E’ un film che non va oltre la placida illustrazione dei fatti, senza mai avere momenti veramente drammatici. A questa tranquilla piattezza contribuisce anche Kitano Kie, la cui faccia da brava bambocciotta non è in grado di evocare emozioni intense. Questa placidità è però anche un piccolo merito. Il regista evita infatti i toni pimpanti e/o demenziali che caratterizzano tante altre storie di formazione come questa. Anche il cosiddetto “successo” viene presentato senza particolare enfasi, più come il frutto del lavoro che non come l’apoteosi dei sogni di grandezza, vista già troppe altre volte. Ciò che più conta, sembra dirci il regista (e la scrittrice dietro di lui), è la propria maturazione. Insomma, una storia poco originale con un tono originale.
Bella inquadratura a mezza altezza della protagonista sullo sfondo della Tokyo Sky Tree, la torre per telecomunicazioni e panoramica più alta del mondo, inaugurata nel 2012 e subito diventata il nuovo emblema del paesaggio urbano di Tokyo in sostituzione della biancorossa Tokyo Tower. [Franco Picollo]