Wonderful World End (ワンダフルワールドエンド)
Wonderful World End (ワンダフルワールドエンド). Regia, sceneggiatura, montaggio: Matsui Daigo. Fotografia: Shioya Hiroki. Suono: Tamura Takaomi. Musiche: Oomori Seiko. Interpreti: Hashimoto Ai, Aonami Jun, Inaba Yū, Rijū Gō, Machida Marie, Oomori Seiko. Durata: 82’. Uscita nelle sale giapponesi: 17 gennaio 2015.
Punteggio ★★★1/2
Shiori ha un blogcast molto seguito, cioè un blog su cui posta video e audio, quasi sempre di se stessa nelle varie situazioni della vita quotidiana. Che sia da un parco pubblico o dal bagno della scuola, dispensa a coloro che la seguono notizie, piccole indiscrezioni su di sé, perle di saggezza e, perché no, qualche immagine che ammicca a una sensualità da scoprire. Ogni tanto partecipa a qualche evento pubblico di piccoli divi in costume da Gothic Lolita (travestimento da belloccia in stile vintage e trucco dark in uso presso alcune fasce delle adolescenti giapponesi con vago sapore trasgressivo) e si offre all’ammirazione di coloro che fra i suoi seguaci si sono spinti fin lì per incontrarla di persona. Un giorno, dopo uno di questi eventi in cui è stato prodotto un video, viene avvicinata da Ayumi, una giovanissima e un po’ enigmatica fan. Shiori scopre che la ragazza ha un vero e proprio culto per lei ed è addirittura scappata di casa pur di poterla seguire da vicino. Shiori è un po’ spiazzata ma anche lusingata da questa adorazione e la porta con sé a casa del fidanzato. Pian piano Ayumi copia e addirittura si sostituisce a Shiori. Va a vivere a casa del fidanzato di Shiori, si veste come lei e apre un proprio blogcast uguale al suo.
In un clima di crescente insoddisfazione, Shiori, dopo aver chiuso il proprio blogcast, scopre la totale insensibilità del fidanzato nei suoi confronti e nel corso di un incontro chiarificatore inizia a lottare con lui. Mentre sta per soccombere, arriva Ayumi che non ha esitazioni a scegliere fra i due e aiuta l’amica ad abbattere il fidanzato. Inizia così un’amicizia vera e profonda fra le due ragazze.
Il regista Matsui Daigo si era già fatto notare all’esordio nel 2012 con la bizzarra commedia generazionale Afro Tanaka. L’anno successivo aveva firmato Danshi kōkōsei nonichijō (Daily Lives of High School Boys) un’altra commedia giovanile con tratti di originalità, e nel 2014 l’ancor più interessante Sweet Pool Side. Ecco ora questo piccolo film importante – presentato anche al Festival di Berlino – che ritrae in sintonia con i tempi pezzi di vita dei teenager giapponesi.
“In sintonia con i tempi” non è una frase generica ma si riferisce al fatto che il film riesce a riflettere anche sul piano stilistico la disintegrazione delle forme tradizionali di comunicazione, soprattutto nel mondo giovanile. Il film stesso prende spunto da due video musicali realizzati da Oomori Seiko, qua autore delle musiche e attore egli stesso. Con una capacità di visualizzazione e di montaggio non indifferenti, Matsui porta sullo schermo non solo i pensieri privati della protagonista ma anche e soprattutto le modalità di interazione virtuale dei personaggi. È come se il display dell’immancabile smart phone – vero deus ex machina della comunicazione odierna (sic!) – venisse portato sullo schermo. Le frasi delle chat scorrono sullo schermo sovrapposte agli avvenimenti che le chat stesse commentano. Shiori si riprende con il telefono e trasmette in blogcast, mentre in sovrimpressione arrivano i messaggi dei followers. Una cantante tiene un concerto in un locale e mentre canta rimanda i fan al suo indirizzo twitter. Ancora, Shiori quando capisce che Ayumi sta cercando di rubarle l’identità, spia non Ayumi ma il suo blogcast e cerca di modificare il suo a propria volta.
Sono alcuni esempi di come Matsui sia riuscito a rendere in maniera non comune anche sul piano visivo le modalità di comunicazione oggi più incalzanti e soprattutto la loro elevata integrazione virtuale nel definire le identità giovanili in una metropoli a tasso di solitudine elevato e crescente. L’uso della camera a mano, sia in esterni “grezzi” che in interni soffocati, o di campi lunghi che staccano su primi piani, corroborano la sensazione che Matsui sia un regista a tutto tondo – suo il soggetto, suo il montaggio – che può riservare in futuro significative sorprese.
Una parola finale deve essere spesa per la protagonista, la diciannovenne Hashimoto Ai che, dopo Kirishima, bukatsu yamerutteyo (The Kirishima Thing, 2012) e il recente Kawaki (The World of Kanako, 2014), si va lentamente ma concretamente affermando come nuova icona giovanile algida e irresistibile. [Franco Picollo]