Chōkōsoku! Sankin kōtai (超高速! 参勤交代, Samurai Hustle)
Chōkōsoku! Sankin kōtai (超高速!参勤交代, Samurai Hustle). Regia: Motoki Katsuhide. Soggetto e sceneggiatura: Dobashi Akihiro. Interpreti: Sasaki Kuranosuke, Fukada Kyokō, Ihara Tsuyoshi, Nishimura Masahiko, Ishibashi Renji, Jinnai Takanori, Emoto Tokio. Durata: 119’. Uscita nelle sale giapponesi: 21 giugno 2014.
Punteggio ★★
Nel lunghissimo periodo di pace dell’epoca Edo (1603-1868), gli shogun Tokukawa inventarono la pratica del sankin kōtai (presenza alternata) che imponeva ai signori feudali, i daimyō, di soggiornare ad anni alternati a Edo, capitale dello shogunato, lasciando a Edo mogli ed eredi l’anno in cui essi tornavano nei loro possedimenti.
Lo scopo era di impedire il rafforzamento dei daimyō sia sul piano economico che su quello politico. Questi, infatti, dovevano mantenere due residenze ufficiali e finanziare costosi cortei per l’andata e ritorno a Edo. Inoltre, non potevano ordire complotti antigovernativi sia perché erano presenti nei loro territori solo ad anni alterni, sia perché di fatto le loro famiglie erano ostaggi dello shogunato. Con centinaia di daimyō che andavano e venivano da Edo, si sviluppò un intero sistema di strade e luoghi di accoglienza lungo il cammino, spesso illustrati nelle ukiyoe, le stampe policrome del periodo.
Partendo da questo dettaglio storico, il film costruisce una semplice ma efficace storia che vede il perfido Nobutoki, consigliere dello Shogun, imporre con un falso pretesto a Masaatsu, lo squattrinato daimyō di Yunagaya di tornare entro cinque giorni a Edo non appena questi, finito l’anno di soggiorno nella capitale, è rientrato nei suoi possedimenti. Il disegno di Nobutoki è di eliminare il clan Yunagaya per impossessarsi delle sue terre.
Dopo varie consultazioni, Masaatsu decide di far partire fintamente un corteo striminzito, vista la mancanza di fondi, ma di raggiungere autonomamente Edo di corsa con un manipolo di fedelissimi. Strada facendo, incontrerà un ronin maestro delle pratiche ninja che li aiuterà a raggiungere l’obiettivo. E incontrerà anche una prostituta di cui si innamorerà. Il resto lo lascio all’immaginazione di chi legge…
Motoki non è un “autore” ma ha diretto vari film di relativo successo al botteghino, come alcuni episodi della serie Tsuribaka Nishi o i più recenti Okaeri Hayabusa (2013) e Subete wa kimi ni aeta kara (2013). Pur raccontando una storia gracile, ha un certo mestiere e riesce a far divertire un po’ lo spettatore, anche se il film manca di un seppur minimo di caratterizzazione dei personaggi e si risolve quasi del tutto nella pura azione, più di una volta farsesca.
Sasaki Kuranosuke nei panni del daimyō fa del suo meglio ma non riesce a cancellare l’impronta di qualità di attore da commedia. Fukada Kyōko riesce meglio nei panni della prostituta, anche se poteva essere utilizzata meglio. Una figura secondaria ben riuscita è quella di Danzō, interpretato da Ihara Tsuyoshi, che richiama più volte, quando non cita testualmente, i vari, indimenticabili, samurai erranti che Mifune Toshirō ha interpretato per Kurosawa. [Franco Picollo]