Film giapponesi al Tokyo International Film Festival (Japanese Movies at Tokyo International Film Festival)
Di sicuro il festival giapponese più ricco e più grande – non quello che gode di apprezzamento internazionale e prestigio però, davanti ci sono almeno il FilmEx e il festival del documentario di Yamagata – Il Tokyo International Film Festival sta di anno in anno migliorando nel trovare una sua fisionomia. Non giova certo che si svolga nel caldissimo autunno festivaliero, schiacciato da altre manifestazioni come Pusan, non siamo ancora neanche lontanamente a livello del festival sud coreano, ma comunque scovando qua e là, soprattutto fra le sezioni collaterali, si può trovare qualche gioiello inaspettato o (ri)scoprire qualche filmografia dimenticata.
Proprio sul versante retrospettive erano piovute le critiche alla manifestazione negli scorsi anni, con una delle storie del cinema più ricche del pianeta non è possibile che lo scorso anno, con tutto il rispetto, sia stata dedicata solamente una retrospettiva a Anno Hideaki, solo per cavalcare quella fantasmatica definizione, maledetto il giorno che fu inventata, di Cool Japan. Sia come sia, quest’anno oltre al “necessario” speciale su Gundam, saranno presentati anche alcuni lavori di Ichikawa Kon restaurati in 4k, più un’animazione inedita dello stesso regista risalente al 1935, quando Ichikawa lavorava ancora come animatore a Kyoto. Il titolo del corto di 5 minuti, ispirato chiaramente ai lavori di Walt Disney, è Yowamushi chinsengumi.
Il nome giapponese più importante in competizione è senza dubbio quello di Oguri Kōhei che ritorna a dirigere un lungometraggio dopo una decade, l’ultimo film è stato Umoregi del 2005 e tutta la sua scarna produzione sembra avere una cadenza decennale. Il film che porterà a Tokyo è intitolato Foujita ed è dedicato al famoso artista giapponese che negli anniventi del secolo scorso visse e trovò il successo a Parigi. Davvero un gradito ritorno quello di Oguri, tutto da vedere.
In competizione troveremo anche The Inerasable di Nakamura Yoshihiro, e Sayonara, di Fukada Kōji, autore degli ottimi Hospitalité e Au revoir l’été.
Fra le miriadi di sezioni presentate ed organizzate al TIFF, quella che per noi è sicuramente la più interessante è Japanese Cinema Splash, da un paio di anni a questa parte luogo di piacevoli scoperte e sorprese cinematografiche, basti pensare che da questa sezione sono passati negli ultimi anni lavori come Live Tape di Matsue Tetsuaki o 100 Yen Love. Quest’anno in questa sezione troveremo Lowlife Love di Uchida Eiji, con il sempre ottimo Shibukawa Kiyohiko fra i protagonisti di un film che è prodotto dalla britannica Third Window Films. Ci sarà anche Imaizumi Rikiya, regista per certi versi un po’ sottovalutato ma capace di creare delle commedie surreali di ottima fattura, che al festival porterà il suo ultimo lungometraggio, Their Distance. Un gradito ritorno sarà quello di Watanabe Hirobumi che proprio al TIFF di due anni fa aveva presentato And The Mud Ship Sails Away, un film che in seguito è passato in molti festival di settore. Anche la sua nuova opera qua presentata, 7 Days, sarà in bianco e nero come la precedente.
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