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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

FAMILY ROMANCE, LLC (Werner HERZOG, 2019)

Disponibile sulla piattaforma IWonderful (www.mymovies.it/ondemand/iwonderfull/)

★★★★

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La dodicenne Mahiro è sola in un parco di Tokyo. Attende una persona per lei molto importante: suo padre, che non vede da anni. Finalmente l’uomo arriva e i due iniziano a parlare. Padre e figlia sono nuovamente ricongiunti. Ma le cose non stanno proprio così. L’uomo, infatti, non è il vero genitore della ragazza, bensì un dipendente della Family Romance, una celebre agenzia giapponese che noleggia parenti. La madre della giovane, infatti, consapevole del trauma di crescere privi di una figura paterna, ha ingaggiato un attore per impersonare il padre e permettere alla figlia di vivere un’adolescenza felice.

Werner Herzog non è nuovo al racconto di alcuni tra i fenomeni più bizzarri del pianeta e Family Romance, LLC – girato a bassissimo costo e presentato fuori concorso a Cannes 2019 – non fa eccezione. Il fenomeno dei famigliari in affitto, infatti, è reale e diffuso in Giappone fin dagli anni ‘90 e la Family Romance è una vera agenzia con sede a Tokyo. Herzog, tuttavia, non gira un documentario, bensì un film di finzione che si basa sulle esperienze reali di Yūichi Ishii, protagonista della pellicola nonché autentico dipendente della Family Romance, ritrovatosi in carriera a dover interpretare i ruoli più disparati, tra cui quello di padre per alcuni ragazzi inconsapevoli. Il regista tedesco, dunque, mette in scena una vicenda verosimile, affidandosi prevalentemente a interpreti non professionisti o a dipendenti dell’agenzia di Tokyo. Basterebbe questo per sottolineare ancora una volta come Herzog, ormai prossimo agli ottant’anni, sia ancora uno dei più prodigiosi esploratori del linguaggio della settima arte, capace di fondere realtà e finzione con grande eleganza e coerenza stilistica, riuscendo a cogliere (anche grazie a parentesi quasi documentaristiche, come quella girata nell’hotel robotizzato) lo spirito di un paese e di una contemporaneità in cui la sfera umana e sentimentale è vissuta in maniera sempre più indecifrabile.

Herzog, liberatosi dell’apparato cinematografico più pesante e girando il film personalmente con una telecamera digitale 4K, si incolla ai volti degli attori e si interroga sul valore di sentimenti che sono il prodotto di una finzione artificiale. I dipendenti della Family Romance, spesso, migliorano realmente le vite dei loro clienti e la giovane Mahiro, in principio inquieta e silenziosa, si fa via via più sorridente, intrecciando con il finto padre un rapporto apparentemente sincero. Ma quanto vale dunque un sentimento fondato su un’illusione? E qual è il valore reale dei rapporti parentali? Sono essi istituzioni necessarie per occupare serenamente il proprio posto nella società o, in fondo, ne abbiamo realmente bisogno e, piuttosto che non averne, meglio immergersi nella finzione? Herzog racconta un mondo deprivato di contatto umano e ammantato di solitudine, in cui persino l’idea apparentemente assurda di noleggiare un finto parente pare acquisire un senso misterioso, purché sia capace di riscaldare un poco l’esistenza dei protagonisti. Ci si commuove realmente vedendo Mahiro chiedere un abbraccio al suo finto padre e domandargli di continuare a far parte della sua vita per sempre. Può dunque un’illusione migliorare la vita di una persona? Yūichi stesso, in principio pienamente coinvolto dalla propria professione e convinto del suo valore, giunge a una situazione di stallo in cui non pare più in grado di portare avanti il proprio lavoro, travolto da implicazioni emotive, questioni etiche e timori personali. Herzog non offre dunque facili risposte e chiude il film di fronte a un vetro smerigliato che pare essere il correlativo dei sentimenti manifestatisi sullo schermo: traslucidi, indecifrabili, imponderabili. Di fronte a tutto ciò si rimane sbigottiti, perplessi, vagamente inquieti ma anche profondamente emozionati.

Jacopo Barbero


Regia, sceneggiatura e fotografia: Werner Herzog; montaggio: Sean Scannell; scenografia: Shani Bornstein, Mira Brower; musica: Ernst Reijseger; interpreti: Yūichi Ishii (se stesso), Tanimoto Mahiro (Mahiro), Fujimaki Miki (madre di Mahiro), Nakatani Takashi (padre della sposa / impiegato della lotteria), Manda Kumi (madre della sposa), Watanabe Yuka (sposa); produzione: Skellig Rock; durata: 89’; anno di produzione: 2019; prima mondiale: 18 maggio 2019 (Cannes 72, fuori concorso).

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