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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

THE FLOATING CASTLE (Nobō no shiro, HIGUCHI Shinji e INUDŌ Isshin, 2012)

JAPANESE FILM FESTIVAL ONLINE

14 – 27 febbraio, 2022

★★★½


Il principe Narita Nagachika, rampollo del signore del castello di Osho, il vecchio Narita Yasusue, passa le sue giornate comportandosi in modo bizzarro e anticonvenzionale, soprattutto con i suoi sudditi e i contadini, con i quali intrattiene rapporti amichevoli e per nulla conformi al codice di un samurai. In realtà, scopriremo che quella di Narita è una strategia messa in atto cum grano salis che, nonostante la risoluta opposizione degli altri guerrieri del castello, alla fine si rivelerà vincente.  

Ambientato nel XVI secolo durante il periodo Sengoku, The Floating Castle ripercorre le leggendarie gesta di Toyotomi Hideyoshi, uno dei grandi signori (daimyō) del Giappone feudale e del principe Narita Nagachika, gesta che hanno come teatro il castello di Oshi durante lo spettacolare assedio del 1590. Il castello o fortezza, ubicato in una zona paludosa che aveva uno scopo difensivo contro gli attacchi, subì un massiccio, quanto impari, attacco da parte delle forze di Toyotomi, comandate da Ishida Mitsunari, che aveva a disposizione un esercito di 20.000 uomini contro appena 500 samurai e un manipolo di contadini che lavoravano nelle risaie circostanti il castello. L’acqua ebbe un ruolo di primissimo piano nella battaglia poiché Ishida cercò di replicare l’inondazione messa in atto, 8 anni prima nel 1582, da Toyotomi durante un altro celebre assedio, quello di Takamatsu, quando eresse delle dighe deviando un fiume per allagare il castello. L’assedio di Oshi si protrasse per diversi mesi tanto che il castello, circondato dalle acque che invasero la zona, assomigliava a una sorta di fortezza fluttuante, come un’enorme imbarcazione in balia delle acque.

Fin qui la vicenda storica che i registi Higuchi e Inudô, ispirandosi al romanzo di Wada Ryô, mettono in scena con un grande dispiegamento di mezzi degno della più genuina e consolidata tradizione del jidai-geki, seppur con un tone of voice che vira più verso la commedia che non il dramma storico tipico dei capolavori, per esempio, di Kobayashi Masaki oppure di Kurosawa, in particolare Kagemusha (1980) anch’esso ambientato nel sedicesimo secolo durante il periodo Sengoku e con protagonista il daimyō Shingen Takeda interpretato da Tatsuya Nakadai, uno degli attori più amati da Kobayashi. Debitrici di Kagemusha, ma anche di Ran (1985), sono le splendide “coreografie” cromatiche degli stendardi colorati e dei costumi rossi indossati dai guerrieri di Ishida, che si contrappongono al manipolo, decisamente “sgarruppato”, dei samurai della fortezza accomunati dal medesimo destino e solidali con i contadini, vestiti di stracci che, al confronto dei marziali guerrieri nemici, sembrano non avere alcuna speranza. A parte questo aspetto, per il resto The Floating Castle possiede una leggerezza e un côté da commedia drammatica reso magnificamente da Narita Nagachika che interpreta a tutti gli effetti una sorta di trickster gigionesco, stravagante e ingannatore (dirty trick come sottolinea Ishida) da un lato, ma dall’altro dimostra una notevole arguzia unita a uno spirito di sacrificio che lo porta a sfidare l’esercito nemico mettendo in scena, sulle acque, uno spettacolo improvvisato che in poco tempo conquista il favore e il plauso dei soldati nemici, con grande irritazione di Ishida che si rende conto della pericolosità del principe “buffone” e della sua astuta strategia. E così, tra una battaglia e l’altra, tra lancio di sassi roventi con le catapulte, barili di pece che attizzano i nemici, tra effetti a tendina e sofisticate schermaglie, la coppia di registi, Higuchi Shinji e Inudō Isshin, sembra quasi voler contrapporre i due elementi, acqua e fuoco, come assi portanti delle rispettive strategie: tanto l’acqua si rivela distruttiva e trascinante, quanto il fuoco, gli archibugi e le lance dei contadini rintuzzano gli attacchi di Ishida. Chiudiamo con una curiosità che ha sempre l’acqua come protagonista: l’uscita del film, prevista per il 17 settembre 2011, venne spostata dopo il terremoto e il conseguente tsunami dell’11 marzo 2011 proprio a causa di questo assedio che sfrutta l’acqua come elemento distruttivo. 

Valerio Costanzia


Titolo originale: のぼうの城 (Nobō no shiro); regia: Higuchi  Shinji e Inudō Isshin; sceneggiatura: Wada Ryō, dal romanzo omonimo; fotografia: Ebara Shoji, Kiyoku Motonobu; montaggio: Ueno Sōichi; scenografia: Isoda Norihiro; costumi: Inamura Akihiko, Matsunaga Kazuta, Otsuka Mitsuru; musica: Ueno Kōji; interpreti: Nomura Mansai (Narita Nagachika), Eikura Nana (Kaihime), Narimiya Hiroki (Sakamaki), Yamaguchi Tomomitsu (Izumi), Satō Koichi (Tanba), Ichimura Masachika (Toyotomi Hideyoshi), Hira Takehiro (Natsuka Masai), Yamada Takayuki (Otani Yoshitsugu), Kamiji Yusuke (Ishida Mitsunari); produzione: Asmik Ace Entertainment, IMJ Entertainment; durata: 144’; uscita in Giappone: 2 novembre 2012; distribuzione: Toho, Asmik Ace Entertainment


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