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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

LOVE NONETHELESS (Ai nanoni, JŌJŌ Hideo, 2022)

IN CONCORSO AL 24° FAR EAST FILM FESTIVAL (Udine, 22-30 aprile 2022)
Vincitore del Premio alla Migliore Sceneggiatura

★★★½


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Kōji  è un taciturno proprietario di un negozio di libri di seconda mano, quando Misaki, una studentessa delle scuole superiori, ruba un libro e scappa fuori dal negozio, l’uomo dopo averla inseguita per il vicinato scopre che lei è innamorata di lui, tanto che gli chiede subito di sposarlo. Disposta ad aspettare il raggiungimento della maggiore età, Misaki, anche se respinta più volte da Kōji , ritorna nel negozio e gli consegna ogni giorno una lettera con cui dichiara i suoi sentimenti. Se dapprima l’uomo, sulla trentina, la prende per matta, la sua insistenza e la comprensione della purezza dei  suoi sentimenti, fanno sì che questa strana frequentazione continui. Ma allo stesso tempo Kōji  non si è mai ripreso dal fatto che una sua vecchia fiamma, Ichihana (Ikka), lo abbia abbandonato e che si stia per sposare con Ryōsuke, uomo sicuro di sé che però durante una visita alla wedding hall dove stanno organizzando il loro matrimonio, conosce Miki, la wedding planner con cui comincia ad avere incontri sessuali. 


Il lungometraggio rappresenta metà del dittico “L/R15”, un progetto di collaborazione fra il produttore Satō Gen e i registi e sceneggiatori Imaizumi Rikiya e Jōjō Hideo. Se questo film è stato diretto da Jōjō e scritto assieme ad Imaizumi, l’altra metà del progetto, Straying (Neko ga nigeta), uscito in Giappone il 18 marzo, è diretto da Imaizumi e scritto ancora una volta da entrambi, e, viste le scene d sesso che punteggiano i lavori, tutti e due i film sono vietati ai minori di quindici anni. Jōjō ha lavorato in passato nel genere erotico e non è troppo conosciuto, né in patria né all’estero, mentre Imaizumi è un nome che è abbastanza noto e che di solito è sinonimo di un certo tipo di cinema, storie d’amore leggere, commedie mai banali e spesso caratterizzate da una comicità e un senso ironico spiazzante, in questo senso vale la pena ricordare almeno il seminale Koppidoi neko del 2012.
Descritto da più parti come una sorta di riadattamento, o tentativo almeno di riadattare le commedie sexy degli anni settanta, Love Nonetheless è in realtà cosa assai diversa. Il marchio vietato ai minori di quindici anni e le scene di sesso, di certo importanti per la narrazione e lo sviluppo della storia, sono stati probabilmente e furbamente messi in primo piano quando il film è stato presentato, questo per attirare, giustamente, un certo tipo di pubblico. 
Al suo profondo però Love Nonetheless è, anche se non soprattutto, un delicato e a tratti spietato ritratto dei sentimenti che animano i rapporti fra i tre protagonisti adulti, Miki che fa parte del quadrangolo amoroso è qui in realtà una sorta di outsider, una trickster che vede da lontano e che provoca gli avvenimenti e aiuta e mettere sotto una luce diversa i sentimenti che intercorrono fra gli altri. Questo, innanzitutto, grazie al suo lavoro attuale di wedding planner, che di coppie e pentimenti e crisi prematrimoniali ne deve aver viste molte, ma anche perché la sua occupazione precedente, che scopriamo nella parte finale del film, in una delle scene più divertenti del lavoro quando spiattella in faccia a Ryōsuke tutta la verità, era legata al mondo a luci rosse. 
Fra i momenti più divertenti c’è da ricordare la confessione di Ikka con un prete, religioso per modo di dire, perché come la maggior parte di chi lavora nei wedding hall giapponesi come cerimoniante è probabilmente un semplice straniero che lavora nell’arcipelago. Ikka gli confessa i suoi dubbi sessuali e gli chiede cosa deve fare con Kōji , con cui ha iniziato ad avere incontri sessuali per ripicca nei confronti del futuro marito. Tutta la scena è resa ancora più comica dal fatto che il “religioso” le risponde con frasi pompose tratte dalle sacre scritture, mentre le domande incalzanti della donna sono recitate quasi con tono da commedia. 
Seppur il tono del film sia in apparenza leggero, con molte parti, come abbiamo visto, davvero divertenti, le tematiche trattate non sono per niente leggere. In particolare non viene risparmiata una spietata decostruzione del significato che spesso il matrimonio assume nella società giapponese, il film offre inoltre un’attenta e delicata descrizione dei sentimenti che intercorrono fra persone di diversa età, in questo caso una ragazza minorenne e un adulto.
Secondo Miki, in una delle prime scene del film, quando discorre con Ryōsuke dopo essere stata a letto con lui, il matrimonio serve in molti casi più per far felici le famiglie dei due sposi e quindi per mantenere una sorta di ordine o rispettabilità sociale, o a rendere felici i figli che nasceranno in futuro, che a coronare un rapporto amoroso. Regista e sceneggiatore non vanno tanto per il sottile e mostrano in vari momenti del film come spesso a completare o sostenere una relazione fra due adulti sia anche un buon rapporto sessuale. A questa visione pragmatica del matrimonio, espressa da Miki ma anche dai dubbi di Ryōsuke e Ikka, considerato qui come patto giuridico che perpetua una certa rigidità dei ruoli, mentre Ikka è indaffarata a preparare tutto per il matrimonio, il futuro marito se la svigna con la scusa della cena di lavoro ad esempio, viene contrapposto il significato di matrimonio come apertura verso il futuro e possibilità, espresso dalle azioni di Misaki. Non si tratta del matrimonio inteso come patto giuridico quindi, ma più come fiaba del principe azzurro ed il fatto che sia un orizzonte a cui tendere più che una realtà da vivere ed esperire non ne diminuisce per niente il valore e la potenza. 
In questo senso la libreria, praticamente l’unico luogo in cui vediamo Misaki interagire con Kōji , assume nel prosieguo della storia una sorta di significato speciale: con tutti i libri sugli scaffali, sembra alludere ad uno spazio del possibile, regolato da leggi diverse da quelle che funzionano fuori, ecco allora che il matrimonio visto e agognato da Misaki assume in questo luogo un senso compiuto. Qui la relazione platonica, forse unidirezionale, dalla ragazza verso l’uomo è possibile, fuori non sarebbe e di fatto non è accettabile. Significativo a questo proposito è che quando i genitori di Misaki visitano Kōji  dopo aver scoperto una delle lettere, lo visitano non nel negozio di libri ma a casa sua, si ritorna nel mondo di ogni giorno dove una relazione che sia anche solo di parole e di scambi di opinioni fra un adulto ed una sedicenne è vista come qualcosa di vergognoso e di pericoloso, tanto che Kōji  viene alla fine portato alla polizia. Ma è altrettanto significativo che il film si concluda dopo le travagliate vicissitudini e incontri sessuali di Kōji  con Ikka e l’episodio con i genitori di Misaki, di nuovo nella libreria, dopo che è passato un po’ di tempo, con la ragazza seduta che legge un libro a fianco dell’uomo. Due amici di Kōji , venuti a portare le “bomboniere” da parte di Ikka e Ryōsuke che nel frattempo si sono sposati, entrano nel negozio e trattano con un certo sospetto la presenza di Misaki. Una volta usciti dal negozio gli amici, Kōji  regala alla ragazza una delle due ciotole per il riso ricevute da Ikka e Ryōsuke, un dono quello di Kōji  a Misaki che rappresenta la continuazione del loro rapporto. 
Tutto il cast si muove alla perfezione nel mondo creato dai due sceneggiatori, da notare anche un piccolo cameo nel ruolo di un padre che gioca al parco con suo figlio di Watanabe Hirobumi, regista di alcuni film interessanti quali And the Mud Ship Sails Away… (2013), 7 Days (2015), I’m Really Good (2020). Dall’odioso Ryōsuke interpretato da Nakajima Ayumu in un ruolo per certi versi simile a quello portato sul grande schermo in The Wheel of Fortune and Fantasy (2021), a Tada Kōji che incarna alla perfezione le debolezze, il senso di fallimento, ma anche la forza d’animo del protagonista. Ma sono le tre interpreti femminili che lasciano il segno, smaliziata, sexy e come detto con uno sguardo sul mondo quasi da trickster Kouri Yūka (Miki), Satō Honami (Ikka) il personaggio che più evolve e cambia durante tutto il film ed infine forse la stella che più brilla, Kawai Yumi, perfetta la sua interpretazione della giovanissima Misaki, non tanto attraverso le parole, ma più con il non detto, gli sguardi, i gesti. 

Matteo Boscarol


Titolo originale: 愛なのに (Ai nanoni); regia: Jōjō Hideo; sceneggiatura: Imaizumi Rikiya, Jōjō Hideo; fotografia: Watanabe Masaki; luci: Ogawa Daisuke; interpreti: Seto Kōji (Tada Kōji), Kawai Yumi (Misaki), Nakajima Ayumu (Ryōsuke), Kouri Yūka (Miki), Satō Honami (Ichihana/Ikka); produttore: Satō Gen; distribuzione: Spotted Productions; durata: 107’; anno di produzione: 2022; uscita in Giappone: 25 febbraio 2022. 
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