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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

SOMEBODY’S FLOWERS (Dareka no hana, OKUDA Yōsuke, 2021)

SPECIALE JFF+ INDEPENDENT CINEMA

15 dicembre 2022-15 giugno 2023 disponibile a questo link

 di Claudia Bertolé

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Il “ritorno a casa” da figli ormai adulti è spesso un malinconico confronto con l’inesorabilità del tempo che passa, con l’affiorare dei ricordi di coloro che ci hanno lasciato. È anche il trovarsi di fronte all’evidente sgretolarsi dei riferimenti familiari perché quelle figure che erano forti e protettive si sono trasformate in ombre fragili e distanti. 

Takaaki è un uomo introverso che a volte va a trovare i genitori anziani. Il padre, Tadayoshi, è affetto da una forma di demenza senile avanzata, è spesso disorientato, e dipende completamente dalla moglie Machi che si occupa di lui con il supporto di una ragazza che ogni tanto li assiste. La famiglia ha anche dovuto affrontare la perdita dell’altro figlio, Kento. I due anziani vivono in un condominio nel quale si trasferiscono i Kusumoto: padre, madre e un bambino, Sota. Proprio quest’ultimo un giorno si ferisce e la madre di Tataaki lascia a casa il marito da solo per accompagnare il piccolo in ospedale. Al rientro vengono purtroppo a sapere di un incidente che ha coinvolto il padre di Sota: un vaso di fiori è inspiegabilmente caduto da uno dei balconi e ha colpito l’uomo ferendolo gravemente. I sospetti, a poco a poco, si concentrano su Tadayoshi.

Il film di Okuda, presentato al 34esimo Tokyo International Film Festival nella sezione Asian Future, è una composizione di drammi passati e presenti che si concatenano senza clamore, e nella quale un senso di dolore irrisoltocontagia man mano ogni personaggio, ogni relazione.

Innanzitutto il rapporto tra genitori e figli. Lo sguardo iniziale di Tataaki, dall’interno dell’abitazione, è per la coppia di anziani in strada, soprattutto per il padre, che si muove con difficoltà, e poi subito dopo per la propria immagine in uno specchio, mentre “gioca” con le espressioni del viso, come farebbe un bambino. Un’evocazione dell’infanzia, quando è concesso di essere soltanto figli, e fare le smorfie. Il tempo però è trascorso, l’allontanamento da quel genitore che non lo riconosce più, che lo scambia spesso per il fratello defunto, che gli ripete le stesse cose in continuazione, è conclamato. In compenso Tataaki ha una relazione privilegiata con la madre, una donna che sostiene il peso dei drammi familiari, che si preoccupa per le sue (mancate) vicende sentimentali, che chiacchiera con lui alla sera in un’atmosfera complice che fa pensare a un altro figlio adulto con la madre anziana:   Ryota e Yoshiko in Ritratto di famiglia con tempesta di Koreeda.

In Somebody’s Flower la morte lambisce il mondo dei vivi, dapprima in maniera sottile, con i rimandi al fratello scomparso, poi entrando più direttamente nella storia, nel momento dell’incidente del vaso. In ogni caso quella “morte” che è l’allontanamento dalla propria identità e dal senso di consapevolezza del mondo che ci circonda pervade tutto il film, incarnata dal personaggio del padre e dalla sua malattia. Okuda rende in maniera sensibile, ma aderente alla realtà tutto il dramma che in ambito familiare coinvolge chi si prende cura di un proprio caro affetto da patologie di questo tipo.

Dal momento dell’incidente i sospetti si addensano (inizialmente su uno degli abitanti del condominio), ma al tempo stesso una malinconia dolorosa cola lenta nella narrazione ellittica punteggiata di dettagli disvelanti (quelle ciabatte del padre sporche di terra, sul balcone). Nella composizione di drammi entra in scena un personaggio che è quasi una figura complementare di Tataaki: il piccolo Sota, dalle espressioni serie, anche lui segnato da una perdita importante. I loro sguardi si levano infine insieme verso l’alto, verso un non meglio identificato “qualcuno” con il suo vaso di fiori portatore di disgrazia, o forse anche oltre, verso una impossibile risposta al quesito dei misteriosi drammi della vita.

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Titolo originale:  誰かの花 (Dareka no hana); sceneggiatura: Okuda Yōsuke; regia: Okuda Yōsuke; interpreti: Kato Shinsuke (Nomura Tataaki), Yoshiyuki Kazuko ( Nomura Machi, la madre), Takahashi Chōei (Nomura Tadayoshi, il padre), Wada Misa (Kusumoto Akari), Murakami Honoka (Hasegawa Satomi), Shinohara Atsushi (Okabe Satoru), Ota Ruse (Kusumoto Sota); produzione: Gachinko Film; uscita Giappone: 18 dicembre 2021; durata: 115’.

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