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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

PEOPLE WHO TALK TO PLUSHIES ARE KIND (Nuigurumi to shaberu hito wa yasashii, KANEKO Yurina, 2023)

Speciale Osaka Asian Film Festival 10-19 marzo 2023

di Paolo Torino

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È sempre bello vedere un’artista che esordisce, perché non si sa mai se la sua opera prima possa in futuro rivelarsi un abbaglio di gioventù, un pilastro del cinema o semplicemente un film destinato al faldone ‘come tanti’. People Who Talk to Plushies Are Kind di Kaneko Yurina è una di quelle opere scivolose su cui è difficilissimo azzardare scommesse, anche solo per la consapevolezza con cui l’autrice costruisce l’impianto figurativo del film.

Il protagonista Nanamori è un ragazzo introverso che ha problemi a dialogare con le coetanee dell’altro sesso. Troverà il suo posto nel mondo grazie al club dei peluche del suo liceo, dove potrà condividere sia la sua passione per gli orsacchiotti che la sua mania di parlare a questi ultimi come se fossero umani. In questo spazio condiviso con altri coetanei, le storie personali si intrecciano creando un perfetto affresco dell’adolescenza giapponese.

Adattato dal manga omonimo di Omae Ao, l’opera di Kaneko racconta l’incomunicabilità degli adolescenti. Vedere questo film è come ascoltare un album jazz: uno spartito in cui ogni musicista improvvisa dando all’orecchio la sensazione di omogeneità. La fotografia, infatti, è esageratamente patinata, ma mitigata da una regia ordinata che ne attenua i toni, dando una sensazione di ‘pop’ soffuso. Le altre due improvvisazioni corrispondono alle sorprendenti animazioni dei titoli di testa (1) e ai punti di vista impossibili, come quelli del peluche che osserva il protagonista (2). 

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A completare gli assoli, la virtuosa camera a mano in occasione della prima riunione nel club dei peluche: una sequenza anomala se si considera lo scheletro visivo dell’opera composto per lo più da primi piani e totali. È interessante soffermarsi sul modo in cui Kaneko lavora con lo spazio, perché è in questa lettura che si trova il fulcro del film. La regista connota alle sue inquadrature delle funzioni sociali: considerata la difficoltà che i protagonisti hanno nel relazionarsi con l’altro, i totali fungono da aggregatori (3), annullando ogni tipo di distanza relazionale;

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i primi piani, viceversa, li isolano e li intrappolano nei bordi dell’inquadratura. Questa struttura, però, verrà completamente ribaltata nel finale del film, quando il nuovo membro verrà  accolto nel club attraverso una sequenza in cui la regista risemantizza queste tecniche. In successione:

1) Due primi piani che prima intrappolano il singolo e poi aggregano più persone (4);

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2) Una quinta in cui il corpo della protagonista separa i peluche dagli studenti (5);

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3) Un totale che mostra il punto di vista del peluche (6), dimostrando sia l’onniscienza sulla narrazione da parte di questi ultimi sia la loro totale indipendenza dagli studenti. 

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L’esordio di Yurina presenta al cinema un’artista capace di eseguire pochissime note, ma in grado di concatenarle con grande fantasia, creando così uno spartito variegato. Non per forza originale, ma non per questo banale.


Titolo originale: ぬいぐるみとしゃべる人はやさしい (Nuigurumi to shaberu hito wa yasashii); regia: Kaneko Yurina; soggetto: dal manga omonimo di Omae Ao; sceneggiatura: Kaneko Suzuyuki, Kaneko Yurina; montaggio: Keiko Okawa; interpreti e personaggi: Hosoda Kanata (Nanamori Tsuyoshi), Komai Ren (Mugido Mikako), Shintani Yuzumi (Shiraki Yui), Hosokawa Gaku (Tarayama), Mao (Mitsusaki), Kamiōsako Yūki (Fujio), Wakasugi Kogarashi (Nishimura); produttori esecutivi: Jun Higeno; produzione e distribuzione: Iha Films; durata: 109’; prima uscita in Giappone: 15 marzo 2023 (Osaka Asian Film Festival).

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