AMIKO (Kochira Amiko MORII Yūsuke, 2022)
Speciale Nippon Connection
Francoforte 6-11 giugno 2023
di Matteo Boscarol
Uno dei debutti più folgoranti nel cinema giapponese degli ultimi anni, Amiko brilla per il modo in cui trova un equilibrio estetico tra toni surreali e quelli tragici, ma soprattutto per la prova della giovane Ōsawa Kana nel ruolo della protagonista.
Amiko è una bambina di quinta elementare che vive in una piccola cittadina nella prefettura di Hiroshima. Un po’ eccentrica, la vita della ragazzina ruota attorno al suo rapporto con le persone che ama, il padre sempre gentile e pacato, la matrigna, insegnante di calligrafia che aspetta un bambino, il fratello maggiore, di poche parole, e il compagno di classe Nori, di cui Amiko si è invaghita.
Adattamento cinematografico di un racconto di Imamura Natsuko pubblicato nel 2011, Amiko rappresenta il debutto alla regia di un lungometraggio per Morii Yūsuke, che in passato ha lavorato come assistente alla regia in alcuni film di Ōmori Tatsushi. Il film ritrae il mondo visto attraverso lo sguardo innocente di Amiko, uno sguardo non solo bambino, ma anche diverso, il suo essere non come gli altri ragazzini della scuola che frequenta non è mai spiegato o verbalizzato nel lungometraggio, ma viene presentato come dato di fatto. La quotidianità serena della famiglia di Amiko crolla progressivamente quando la matrigna perde il bambino che porta in grembo e praticamente si chiude su se stessa senza comunicare più con l’esterno. Questo anche in conseguenza di un gesto che Amiko con cuore puro le rivolge, ma che è visto e considerato cattivo, gesto che la getta in uno stato di ancora più profonda depressione. La tragedia e le condizioni della donna sconvolgono l’equilibrio familiare, il fratello maggiore finisce per abbandonare la scuola e unirsi ad un gruppo di bōsōzoku, una banda di teppistelli in moto. Tutti questi cambiamenti però non sembrano turbare la serenità di Amiko, o meglio, la bambina continua ad affrontare con serenità ed ottimismo il mondo che la circonda, anche quando questo diventa spietato e insensibile con lei, alcune scene verso la fine del lavoro sono davvero forti. A scuola, ancora una volta luogo usato nel cinema dell’arcipelago come microcosmo simbolico che riflette le tensioni e strutture sociali, Amiko viene bullizzata perché le sue eccentricità – non porta mai le scarpe e si perde spesso in fantasie – vengono derise e non sono accettate dagli altri compagni di classe.
Come si scriveva in apertura, è il tono del film a renderlo qualcosa di davvero speciale, nonostante la storia e gli avvenimenti siano tragici, le atmosfere sono serene e limpide e spesso virano verso il surreale e il comico, espressione del punto di vista della protagonista sul mondo. A scuola, ad esempio, c’è un ragazzino che pur deridendola la aiuta e le spiega molte cose che lei non riesce a capire, il fratello maggiore che diventa teppista è rappresentato quasi in maniera ridicola e in alcune delle scene più significative, fra cui il toccante finale, compaiono personaggi dei secoli passati a bordo di piccole barche di legno.
Questo equilibrio fra il surreale e il tragico viene creato e mantenuto grazie a una messa in scena nitida e ben costruita, con l’uso di luci naturali e quasi sempre solari, le musiche dell’astro nascente Aoba Ichiko e inquadrature che privilegiano la figura di Amiko e primi piani sul suo volto. A dare il tono a tutto il film è quindi soprattutto la straordinaria prova attoriale di Ōsawa Kana nel ruolo della protagonista, il suo modo di spostarsi, parlare, cantare ossessivamente una canzone per allontanare i fantasmi e le varie espressioni che le attraversano il volto si irradiano da lei verso tutta la pellicola e vice versa.
Titolo originale:こちらあみ子 (Kochira Amiko); regia e sceneggiatura: Morii Yūsuke; da un racconto di Imamura Natsuko; fotografia: Iwanaga Hiroshi; montaggio: Hayano Ryō; suono: Komaki Masato, Katsumata Sakura, Shimazu Mikisuke; musiche: Aoba Ichiko; interpreti e personaggi: Ōsawa Kana (Amiko), Arata Iura (Tetsurō, il padre), Ōno Machiko (Sayuri, la madre); produttori: Kondō Takahiko, Nambu Michitoshi, IIzuka Kaori; durata: 104’; prima uscita in Giappone: 8 luglio 2022.