SAYONARA, GIRLS (Shōjo wa sotsugyō shinai, NAKAGAWA Shun, 2022)
SPECIALE NIPPON CONNECTION
Francoforte 6 – 11 giugno 2023
di Claudia Bertolé
Film poeticamente in bilico tra la nostalgia del passato e l’ansia per il futuro, tra i sogni e la realtà, tra la vita che è lì pronta a sbocciare e l’ombra della morte che si insinua. Sayonara, Girls, primo lungometraggio del giovane regista Nakagawa Shun, propone gli eterni dilemmi del diventare grandi e si avvale di un cast composto da quattro attrici d’eccezione.
Mancano pochissimi giorni alla tanto agognata fine della scuola. Fervono i preparativi per la cerimonia finale, gli studenti sono in fermento: quattro ragazze, Manami, Yuki, Kyōko e Shiori, ognuna a modo suo, si confrontano con i ricordi e le paure per il futuro. Ci sono traumi del passato con i quali imparare a convivere, potenzialità da sviluppare, paure da superare (o almeno provarci), amici da incoraggiare perché comprendano anche loro che possono farcela. Perché tra poco tutto cambierà.
Rapporti adolescenziali in ambito scolastico, storie che si dispiegano con calma, con una scrittura lineare: il film di Nakagawa – presentato in anteprima al Tokyo Film festival 2022 e menzione speciale a Nippon Connection 2023 – racconta di una scuola nella quale tutto sembra funzionare, nessun episodio (almeno non evidente) di bullismo, i compagni (quasi tutti) ti supportano, i professori ti accolgono in biblioteca anche fuori orario per ascoltarti e darti consigli. Però fin da subito si percepisce quell’atmosfera da ‘bordo del precipizio’: preludio allo spiccare di un volo perfetto o allo schianto sull’asfalto del cortile dopo essersi lanciati dal tetto dell’edificio, come in effetti era successo all’amico di Minami (ma perché Shun si era suicidato? Il regista lascia a Minami e agli spettatori il peso dell’irrisolto).
Con una regia sobria, alternando intensi primi piani a inquadrature di spazi vuoti, il film regge l’equilibrio tra luci e ombre, sul filo del non detto, tra ricordi che opprimono e la spensieratezza dell’età, in uno spazio temporale che va inesorabilmente, e velocemente, verso la sua conclusione, uno spazio in fin dei conti angusto per così tanto da affrontare. Il non svelato così come il conflitto interiore, nelle pieghe della recitazione eccellente delle quattro protagoniste, fanno crescere una tensione che sottende tutto il film.
I pranzi di nascosto tra Minami e Shun, così solari e teneri, si rivelano poi spazi del ricordo di qualcuno che non c’è più e al quale è ancora più surreale che la ragazza dica: «Vorrei che rimanessimo così». Non è tutto perfetto alla scuola superiore Shimada, nonostante le apparenze: alla cerimonia di chiusura del corso di studi Minami il suo discorso non ce la farà a leggerlo, lo leggerà solo in secondo momento e proprio a quell’amico-fantasma con il cui ricordo dovrà imparare a convivere.
Anche Shiori finirà per assumersi la responsabilità di lasciare un compagno – membro di uno dei gruppi musicali della scuola – nella condizione di affrontare i propri demoni: senza strumenti e costumi di scena (sottratti proprio da lei) il ragazzo sarà costretto a cantare una canzone ‘a cappella’, in uno dei momenti conclusivi più emozionanti del film. Inevitabile riflessione – a tratti forse un po’ edulcorata – sulle difficoltà delle scelte, sulla solitudine, sulle incertezze di una fase complicata dell’esistenza, Sayonara, Girls lascia in bocca il gusto dolce della nostalgia, non senza qualche accenno di inquietudine.
Titolo originale: 少女は卒業しない (Shōjo wa sotsugyō shinai); regia: Nakagawa Shun; sceneggiatura: Nakagawa Shun, dai racconti di Asai Ryō; fotografia: Itō Hironori; musiche: Satō Nozomu; interpreti: Kawai Yumi, Ono Rina, Komiyama Rina, Nakai Tomo, Kubozuka Airu; produzione: The Klockworx; prima uscita in Giappone: 23 febbraio 2023; durata: 120’.