IL TERZO OMICIDIO (Sandome no satsujin , KOREEDA Hirokazu, 2017)
SPECIALE YAKUSHO KŌJI
Miglior attore Cannes 2023
di Luca Orusa
Un omicidio, ovvero l’atto più oscuro che può compiere l’uomo, nel silenzio della città sullo sfondo e accompagnato dal buio della notte, elementi contrastati dal bagliore di un fuoco e dalle luci degli edifici. Così si apre Il terzo omicidio di Koreeda Hirokazu, trionfatore agli Awards of the Japanese Academy (i David di Donatello giapponesi) del 2017. Un film costruito sul non-deto, sulla non verità e sul dolore di natura familiare, accompagnato dalle splendide musiche di Ludovico Einaudi.
Il film parla di Shigemori Tomoaki, interpretato da un intenso Fukuyama Masaharu, che è un avvocato incaricato di difendere un cliente, interpretato da Yakusho Kōji, di cui conosciamo solo il cognome, Misumi, e che rischia la pena di morte se riconosciuto colpevole in un processo per omicidio. Misumi ha precedenti condanne per omicidio e ha già confessato il delitto, ma le prove nel caso portano Shigemori a dubitare di quanto sia realmente accaduto.
La vicenda giudiziaria e la costruzione da legal thriller, è uno strumento usato da Koreeda per indagare sull’animo umano. Yakusho Kōji interpreta un personaggio remissivo, gentile e fumoso. La mancata definizione della sua personalità e i suoi continui adattamenti di carattere alle persone con cui interagisce, fanno di lui una sorta di specchio, attraverso cui Shigemori riflette su sé stesso, come persona e come padre. Un rapporto tra i due che si trasforma in un transfer emotivo di uno verso l’altro, con i limiti personali che diventano sempre meno delineabili, accentuato attraverso la sovrapposizione tra l’immagine di uno e il riflesso dell’altro durante i loro lunghi colloqui in prigione. Colloqui divisi da un vetro protettivo, che per l’occasione si trasforma in uno specchio. Misumi stesso ammette di essere un guscio riflettente, in cui gli altri possono rivedersi.
Questo confronto porta Shigemori a indagare su stesso, riconoscendo la sua incapacità a essere un buon padre, assorbito dal lavoro e non in grado di prestare attenzione alla figlia. La dinamica familiare, tanto cara al cinema di Koreeda, entra in gioco anche all’interno della famiglia dell’assassinato, composta dalla figlia, zoppa, e da una madre tremendamente ambigua. La perfetta famiglia borghese nasconde nel proprio armadio più di uno scheletro: orrori che vengono riportati alla luce con l’omicidio, tramutando il nucleo familiare in una realtà violenta. Le azioni dei singoli vengono mosse da sentimenti di amore o odio di natura paterna sia verso i propri familiari, sia verso i familiari degli altri per cui si vuole un futuro migliore, per cui si è disposti a sacrificare la propria vita pur di non causare sofferenza.
In questo dramma umano, Koreeda ritaglia spazio per una denuncia generale del sistema giudiziario giapponese, tra avvocati che si rifiutano di compiere un viaggio per cercare un testimone chiave a causa delle temperature ostili a cui andrebbero incontro, e giudici che forzano le tempistiche di un processo esclusivamente per ottenere vantaggi a livello di carriera. Anche il costo del processo vale più della vita di un uomo. Il sistema non ricerca la verità, ma ricerca esclusivamente la versione dei fatti che risulta essere più comoda e vantaggiosa. In questo mondo l’unico estraneo risulta essere proprio Misumi, che con un atto di amore, preferisce sovvertire il sistema pur di proteggere gli altri, supportato in questo anche da Shigemori, dopo il suo processo di liberazione dall’apatia con cui con cui affrontava la vita di tutti i giorni.
Esiste una persona che non merita di nascere? Un interrogativo su cui i due protagonisti della vicenda si interrogano e la cui risposta, per Koreeda, risiede nei fatti e nelle azioni dei singoli raccontate nel film..
Titolo originale: 三度目の殺人 (Sandome no satsujin); regia, sceneggiatura e montaggio: Koreeda Hirokazu; fotografia: Takimoto Mikiya; musica: Ludovico Einaudi; interpreti: Kōji Yakusho (Misumi), Fukuyama Masaharu (Shigemori Tomoaki), Hirose Suzu (Yamanaka Sakie); produzione: Kaoru Matsuzaki, Hijiri Taguchi; durata: 124’; uscita in Giappone: 9 Settembre 2017.