SPRING IN BETWEEN (Hazama ni ikiru, haru, KATSU Rika, 2022)
SPECIALE NIPPON CONNECTION
Francoforte 6 – 11 giugno 2023
di Claudia Bertolé
Il film dell’esordiente Katsu Rika, presentato nella sezione Nippon Cinema all’ultima edizione del festival di Francoforte, affronta con delicatezza l’approccio alla disabilità, tratteggiando una storia sentimentale che sboccia, e che si nutre di attimi, colori e luci in una realtà nella quale la percezione così come l’esternazione delle emozioni seguono canali da esplorare.
Haru è una giovane donna che lavora da tre anni nella redazione di una rivista, senza troppe soddisfazioni, con un capo che non fa che riprenderla. Finalmente le si presenta l’occasione di intervistare e comporre un pezzo su un artista particolare: Okunai Tohru, un pittore che si è fatto conoscere per le sue opere realizzate utilizzando un unico colore, il blu. Il ragazzo è affetto dalla sindrome di Asperger anche se, come lui stesso precisa, diagnosticata in ‘zona grigia’, non ricorrendo tutti i parametri della patologia. Tra i due nasce un’intesa che li porterà, con mille difficoltà, ad avvicinarsi.
Non usuale nella cinematografia nipponica, il tema dell’autismo (in questo caso nella forma della sindrome di Asperger) viene declinato con un tocco leggero, ma non banale, dalla giovanissima regista che sceglie la via delle luci – quell’incanto che Tohru vorrebbe spiegare a Haru, la quale accetta di lasciarsi attrarre e corre da lui per coglierne l’intensità di un particolare momento, ma anche la luce riflessa sui loro volti, mai troppo vicini – e dei colori, a partire dal blu onnipresente, una sorta di zona di sicurezza dalla quale è troppo faticoso uscire. La difficoltà di comunicazione è generale e conclamata, e i gesti diventano emblematici: del rapporto in crisi tra Haru e il fidanzato si fa simbolo il modo in cui quest’ultimo le accarezza il capo, quasi fosse un cucciolo da rassicurare (nel film Aristocrats di Sode Yukiko, un marito poco empatico utilizzava lo stesso identico gesto nei confronti della moglie che, come Haru, lo percepiva come un segno di distante condiscendenza, non certo di affetto). La disabilità dell’affascinante pittore (interpretato con particolare sensibilità da Miyazawa Hio, già apprezzato coprotagonista in Egoist di Matsunaga Daishi) introduce una sfida in più, che il sentimento di Haru sembra pronto ad accettare (anche se l’entrata in scena di una fotografa eccentrica le creerà qualche crisi di gelosia).
Nel rapporto tra i due giovani il contatto fisico, cercato da lei, è un canale di comunicazione che Tohru non riesce a cogliere, però sono contagiose le sue esplosioni di entusiasmo per la forma della corteccia degli alberi, per i riflessi sul fondo di una bottiglia, per i raggi di luna. Il tocco della regista nel dipingere questa insolita storia romantica è lieve, ma altrettanto contagioso e alla fine ci si emoziona: il ‘per sempre’ sognato da Haru incontra il momento irresistibile di Tohru, l’attimo che vale l’eternità, e tutto rimane ‘in bilico’, sospeso e carico di intenzioni, anche l’arrivo metaforico della primavera (che rimanda al nome di lei).
Titolo originale: はざまに生きる、春 (Hazama ni ikiru, haru); sceneggiatura e regia: Katsu Rika; fotografia: Fukumoto Jun; musiche: Ishitsuka Tōru; interpreti: Miyazawa Hio (Okunai Tohru), Konishi Sakurako (Komukai Haru), Hosoda Yoshihiko (fidanzato di Haru), Ashina Sumire (Oikawa Yuri), Hamaru Asuka; distributore: ColorBird; prima uscita in Giappone: 26 maggio 2023; durata: 103’.