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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

RIRIKA OF THE STAR (Ririka no Hoshi, SHIOTA Tokitoshi, 2023)

OSAKA ASIAN FILM FESTIVAL 1-10 MARZO 2024

di Marcella Leonardi

ririka

Voltiamo le spalle al sentimentalismo, al realismo e all’atmosfera!”: guardando Ririka of the Star sembra di udire le parole sferzanti di Masumura Yasuzō, quando nel 1958 si ribellò a certe pratiche del cinema giapponese trasformate ormai in codici (la predominanza degli ambienti sui volti, la triste rassegnazione dei protagonisti di fronte al fato, l’aderenza a un realismo narrativo che escludeva un cinema nuovo). Shiota, dopo anni di esperienza come programmatore di festival indipendenti e provocatori, incentrati su produzioni pinku o dell’insolito, debutta con un corto folgorante interpretato dai veterani Hiroki Ryūichi e Miike Takashi: trenta minuti di sperimentazione, onirismo e ironia, all’insegna di un cinema irriverente e dichiaratamente impregnato di soggettività, ma allo stesso tempo pieno d’amore. 

Tutti hanno un sogno. L’adolescente Moe desidera diventare una spogliarellista, come la sua attrice preferita Ririka, nonostante le obiezioni di suo padre. Ma dopo aver assistito alla magia di uno spogliarello in uno strip club, l’uomo cambia idea…

Shiota mette in scena un rapporto profondo e bizzarro tra un padre e una figlia, velato di allusioni incestuose eppure a suo modo candido e tradizionalista; e fa di questo piccolo racconto amorale un inno alla libertà del corpo e alla bellezza dell’eros. Dopo aver appreso che la figlia Moe, non ancora diciottenne, vuole dedicarsi alla professione di stripper, il padre ha un mancamento (ironicamente rappresentato come una “caduta dalle scale” in un fermo immagine di metaforica  – e comica – potenza). Deciso a comprendere i desideri della ragazza, l’uomo si reca in uno strip club; e qui, di fronte all’esibizione gloriosa della performer, radiosa come una stella, ha una illuminazione – esattamente come il protagonista di Sullivan’s Travels di Preston Sturges – e intuisce il valore non solo artistico, ma salvifico dello spogliarello.

Concepito con un entusiasmo iconoclasta giovanile (nonostante Shiota abbia 68 anni), Ririka of the Star esprime una riflessione sincera e filosofica sul valore liberatorio dell’immaginario. Il regista ricorre a un linguaggio composito per sollecitare lo spettatore a un risveglio percettivo ed emotivo: gli “apre gli occhi dolcemente”, rinunciando al sonoro, per condurlo nell’avventura surrealista delle immagini. Ellissi temporali e freeze frames stabiliscono un tempo interiore, che è quello dei personaggi, il cui flusso di coscienza è verbalizzato dalle didascalie, veri e propri sottotitoli dei pensieri.
In Ririka of the Star ciò che conta è l’atto del vedere: Shiota realizza un affascinante film sul voyeurismo, sul guardare ed essere guardati: attraverso una porta socchiusa, uno schermo, o in qualsiasi crepa e apertura del reale. L’osservazione è anche ossessione paralizzante, Moe si incanta a guardare Ririka, la sua stripper preferita, sul computer: il piacere estatico è racchiuso nei primissimi piani delle sue labbra, ipnoticamente concentrate nella sillabazione: “Ri-Ri-Ka”. C’è un potere assolutorio nell’atto del vedere, ci suggerisce Shiota, che ci mette in salvo dalla realtà per lasciarci entrare nella dimensione del desiderio.

Ririka of the Star è un viaggio febbrile nel linguaggio del cinema: dalle inquadrature statiche in interni, di ascendenza classica e con macchina da presa in posizione bassa, si passa alla camera a mano che pedina in modo convulso i personaggi in esterni; straordinarie soggettive labirintiche e ossessive (perverse?) si susseguono a dissolvenze oniriche su porte che si chiudono. Questa volontà antinaturalistica si esprime al massimo nella sequenza dello strip club, cui il padre accede attraverso un ingresso simile ad una “vagina luminosa” che lo risucchia al suo interno. In questa straordinaria sequenza Shiota esalta, attraverso un cromatismo acceso e un gusto per la stilizzazione delle forme, la bellezza del corpo umano. La musica fa la sua comparsa, come indizio dell’accesso a un mondo separato, una dimensione di trionfo dei sensi tesi fino allo spasimo. Tutti sembrano partecipare a un rito sacro e sensuale; e quando la performer danza rivelando con grazia le proprie nudità, uno spettatore su una sedia a rotelle, con flebo e respiratore (una figura lynchiana) guarisce miracolato dalla visione. Il regista si diverte moltissimo (così come i suoi interpreti d’eccezione Hiroki Ryūichi e Miike Takashi) ma allo stesso tempo esprime tutta la sua gratitudine al potere dell’eros, conforto nella desolazione del quotidiano. Il film si chiude con la riconciliazione di padre e figlia  – in fondo, fare la stripper è una missione – e  l’ultima immagine è dedicata all’artista dell’eros Ririka Komuro, la “donna delle stelle”.

Titolo originale: りりかの星; regia: Shiota Tokitoshi; sceneggiatura: Shiota Tokitoshi; interpreti: Hiroki Ryūichi, Mito Kana, Miike Takashi; fotografia: Ashikawa Akiko; produzione: GOZU; uscita in Giappone: Osaka Asian Film Festival 3 marzo 2024; durata: 28’.

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