SUTON (Suton, WATANABE Rikako, 2024)
SPECIALE OSAKA ASIAN FILM FESTIVAL (OAFF) 2024
In concorso nella sezione “Indie Forum”
di Jacopo Barbero
La pandemia di COVID-19, iniziata a cavallo tra 2019 e 2020, ha costituito una delle cesure più repentine e profonde negli ultimi anni di storia e civiltà umane. Sorprendentemente, fino a ora, un numero assai limitato di lungometraggi si sono confrontati con l’esperienza della pandemia e le sue conseguenze, mentre il tema è stato assai più affrontato nell’ambito del cortometraggio e del cinema sperimentale, forse perché meno preoccupati dell’eventuale rigetto del pubblico nei confronti della rievocazione di memorie spiacevoli o dolorose, che spesso si preferisce mettere da parte. Suton – cortometraggio d’esordio di Watanabe Rikako, già attrice in alcuni cortometraggi e assistente alla produzione di Town Without Sea (Ikeda Elaiza, 2020) – riflette proprio sull’esperienza post-pandemica raccontando la storia di un’ex aspirante attrice, la cui vita è stata sconvolta dall’arrivo del virus e le conseguenti restrizioni.
La giovane Sae vive a Tokyo e, nei mesi successivi al venire meno delle restrizioni pandemiche, trova lavoro in un bar. Proprio nel locale un giorno rincontra il suo ex fidanzato, che ha una nuova compagna e sta per diventare padre. Questo incontro la fa ripensare alle sue passate ambizioni da attrice, stroncate dalle pesanti restrizioni pandemiche al mondo dell’arte, e alla sua relazione finita. Complice anche l’invecchiamento dei suoi genitori, Sae si trova ad affrontare un momento di sconforto, al crocevia tra un passato riemerso e un futuro incerto che incombe…
La parola suton indica un suono usato per descrivere il raggiungimento di una forma di risoluzione o comprensione rispetto a qualcosa. È esattamente ciò che va cercando Sae, ben interpretata dalla modella e attrice Sakamoto Chie, in questo cortometraggio composto da una serie di slice of life, brevi sequenze che, poste una dopo l’altra, compongono il ritratto di una giovane donna che, dopo la traumatica esperienza pandemica, sembra aver perduto qualsiasi direzione e scopo nella propria vita. Suton, in questo senso, mette in scena l’alienazione post-pandemica derivante dall’isolamento dei lockdown e il modo in cui la vita di Sae sembra ritrovare una parvenza di senso solo nel momento in cui, riallacciando alcuni rapporti umani con vecchie e nuove amiche, riprova sulla propria pelle un calore umano a lungo sepolto sotto il gelo della solitudine. La regia di Watanabe è particolarmente pregevole nella scelta di una palette cromatica tenue, che costituisce un parallelo del pallore esistenziale della protagonista. Di grande forza, in questo cortometraggio sull’importanza della relazionalità e dell’Altro, è anche il finale, in cui Sae divide il proprio letto con un’amica e sembra ritrovare la gioia della condivisione di pensieri personali sussurrati nel buio e nel tepore di una notte trascorsa nell’intimità di un’amicizia che può ridare un senso a una vita intera.
Titolo originale: すとん (Suton); regia, sceneggiatura e montaggio: Watanabe Rikako; fotografia: Teranishi Ryo; suono: Umahara Hiroyuki; interpreti: Sakamoto Chie (Sae), Murakami Mai, Honma Atsushi, Hara Yujiro, Yagihashi Satomi, Watanabe Rikako, Igarashi Miki; produttori: Ikematsu Ami, Okazaki Morima, Shinomiya Yoshito, Arai Shinnosuke, Murakami Mai; paese di produzione: Giappone; durata: 41’; anno di produzione: 2024; prima mondiale: 2 marzo 2024 (Osaka Asian Film Festival).