18×2 BEYOND YOUTHFUL DAYS (Qing chun 18×2 tong wang you ni de lü cheng, FUJII Michihito, 2024)
Speciale Nippon Connection
Francoforte, 28 maggio – 2 giugno 2024
di Davide Parpinel
Il tempo passa e non sempre cancella i dolori. Che fare quando questi riaffiorano? Come comportarsi quando il passato bussa nuovamente alla porta? Il nuovo film di Fujii Michihito è un film semplice, intimo, una commedia romantica, quasi tragica che, giocando sulle contrapposizioni, soprattutto temporali, scava nell’anima di un uomo.
Ami è giapponese, ha poco più che vent’anni e ama viaggiare. Con il suo zaino in spalla un giorno giunge a Taiwan e dopo aver perso il portafoglio, si presenta al locale di karaoke dove lavora part-time Jimmy, studente, circa 18 anni, in attesa di andare all’università a Taipei. Lui rimane colpito dalla ragazza e, conoscendo il giapponese, riesce a entrare nel suo mondo. Jimmy e Ami passano, così, l’estate a lavorare insieme nella stessa struttura, con lui che a poco a poco tra un viaggio in motorino e una serata al cinema, si innamora di lei. Proprio quando, però, i sentimenti esplodono nell’anima di Jimmy, Ami è costretta improvvisamente a tornare in Giappone. Nell’ultima sera insieme, però, Ami e Jimmy mentre fanno volare in aria una lanterna, si fanno una promessa. Passano 18 anni. Jimmy a seguito di una profonda delusione lavorativa, ritorna a casa dai suoi genitori e qui nella sua vecchia stanza trova una cartolina che Ami gli ha spedito 18 anni prima, al rientro in Giappone. Nell’animo dell’uomo si riaffacciano prepotenti i sentimenti e, così, decide di partire. La meta è il Giappone, alla ricerca di Ami, ma i due riusciranno a reincontrarsi?
Il nuovo film dell’apprezzato regista Fujii Michihito è piacevole e intrattiene con misura. Questo nuovo lavoro è una commedia romantica il cui titolo è traducibile in italiano “Due volte 18, al di là della giovinezza”; il film, infatti, parla della maturità di un uomo che dopo aver sepolto i suoi sentimenti, torna a farci i conti a distanza di 18 anni. Il regista, pertanto, gioca con il tempo, in un film montato a sbalzi temporali in cui il presente drammatico, triste, cupo, grigio, senza luce del protagonista si contrappone al luminoso e solare passato in cui Jimmy in quell’estate ha incontrato Ami. L’uomo vuole riavere nei suoi occhi e nel suo cuore quel passato e si rende conto, quando rilegge a casa dei genitori la cartolina di Ami, che 18 anni prima in quell’estate ha interrotto la sua esistenza. Quindi dopo essere stato licenziato dalla società di videogiochi che ha fondato, e dopo aver perso la certezza della sua vita attuale, si avventura in un viaggio in treno in Giappone. E come tutti i viaggi in solitaria, in realtà non lo è, perché Fujii Michihito fa conoscere a Jimmy una serie di personaggi che lo aiutano non solo nella ricerca di Ami, ma anche nella sua scoperta in quanto uomo. Il protagonista quindi incontra un cuoco taiwanese, Liu, un giovane entusiasta della bellezza della natura giapponese soprattutto di quella invernale, Koji, una ragazza appassionata ai giochi da lui inventati e un uomo anziano che lo conduce direttamente alla casa di Ami. Arrivati a questo punto del film, lo spettatore si domanda: ma è davvero così importante per Jimmy rivedere Ami? Non è bastato il semplice viaggio per convincere chi guarda della validità della storia? Questi interrogativi sorgono in quanto il regista ha scritto il film, cosceneggiato insieme a Hayashida Hirokawa, in un gioco di ellissi, di collegamenti temporali tra passato e presente lasciando il giusto tempo narrativo a entrambi i momenti della narrazione di raccontare un nuovo frammento, un nuovo tassello della storia d’amore e del viaggio di Jimmy. E così si esprime nel film questa contrapposizione narrativa, che è anche fotografica, linguistica tra cinese e giapponese, territoriale tra Taiwan e il Giappone, che permette allo spettatore di essere conquistato dalla storia d’amore e di capire che il viaggio di Jimmy serve più a lui stesso che a ricongiungersi con Ami. È tutto molto calibrato in questa pellicola, come le emozioni descritte negli sguardi, i sentimenti che si esprimono in sorrisi trattenuti, i pianti che sono di disperazione ma mai eccessivi. Non ci sono scene madri, non c’è la scena cardine drammatica, pensante, che definisce il film, ma un lento e graduale crescere di emozioni. Quando, quindi, lo spettatore giunge al lacrimoso finale, carico emotivamente, è normale provare una fortissima empatia per Jimmy e per ciò che scopre al termine del suo viaggio. 18×2 Beyond Youthful Days è, pertanto, un buon film di intrattenimento in cui la macchina da presa si concentra sui volti e sugli sguardi dei protagonisti e, allo stesso modo, viaggia e inquadra dall’alto quando deve far crescere l’amore o il senso di indefinitezza che prova il protagonista di fronte alla nuova consapevolezza di sé. Il film è, inoltre, meritevole anche grazie ai due attori, Hsu Kuang-han e Kiyohara Kaya, alle loro interpretazioni, alle loro caratterizzazioni dei personaggi e al modo reale in cui esprimono i sentimenti. Se leggendo quanto fin qui scritto vi è venuto in mente che la trama del film di Fujii è molto vicina a quella di Love Letter di Iwai Shunji del 1995 è normale, perché il film di Fujii ne è un evidente riferimento, così evidente che Jimmy e Ami al cinema vedono proprio la pellicola di Iwai.
Titolo originale: 青春18×2 通往有你的旅程; regia: Fujii Michihito; sceneggiatura: Fujii Michihito e Hayashida Hirokawa; fotografia: Imamura Keisuke; montaggio: Furukawa Tatsuma; musiche: Ohmama Takashi; post production design: Miyamori Yui, Yao Kuo-chen; interpreti: Hsu Kuang-han (Jimmy), Kiyohara Kaya (Ami), Michida Shunsuke (Koji), Joseph Chang (Liu), Kuroki Haru (Kiko); produzione: Chang Chen; Roger Huang; Maeda Koko; Sezaki Hideto; distribuzione: Happinet Phantom Studios (Giappone) e Activator Co. (Taiwan); prima uscita in Giappone: 14 febbraio 2024; durata: 124’