SINGLE8 (id, KONAKA Kazuya, 2023)
Japanese Film Festival Online 2024
di Marcella Leonardi
Single8 si fa amare sin dal suo incipit, che replica il celeberrimo e venerato “opening crawl” (testo scorrevole d’apertura) di Star Wars (1978) elemento centrale di quel fascino ipnotico che il film suscitò sulla generazione del tempo. La bravura di Konaka Kazuya sta nel farci percepire esattamente il senso di entusiasmo e di incanto dei giovani spettatori posti di fronte a “un film come nulla mai fatto prima”, e alla sua potenza rinnovatrice.
Profondamente impressionato dopo aver visto Star Wars nell’estate del 1978, il liceale cinefilo Hiroshi è ispirato a girare il suo film. Insieme a un team di amici, sviluppa effetti speciali rudimentali con una cinepresa Single8 per realizzare un capolavoro di fantascienza a zero budget.
Single 8 è la registrazione di un sogno nel suo farsi. Il film del giovane Hiroshi prende corpo fino a giungere sullo schermo, tra lo stupore del suo stesso autore, stabilendo la sua autonomia e la sua natura “eccessiva” rispetto alla realtà che l’ha prodotta. Il cinema, come diceva Truffaut, è meglio della vita; e opere come Single8 conquistano il nostro affetto proprio perché in grado di mostrarci lo scarto tra la gloria del cinema e l’umanissimo, imperfetto lavoro del regista.
Opere differenti come Ed Wood (1994) di Tim Burton, It’s a Summer Film (2020) di Masumoto Sōshi, il recente The Fabelmans (2022) di Spielberg sino al film di Konaka, si fondano sulla messa in scena di un desiderio inarrestabile che si fa forma, visione. L’oggetto-Star Wars si imprime nella mente dei giovani protagonisti di Single8 determinando una rivoluzione percettiva: le prospettive allungate della sequenza d’apertura, che vanno a perdersi in un punto di fuga immerso tra le stelle, innescano non solo un desiderio creativo, ma l’ingresso in un nuovo immaginario. Il futuro acquista coordinate visibili, e i ragazzi sono decisi a farne parte con l’aiuto di una cinepresa Fujifilm 8mm. (l’equivalente del Super8 Kodak).
Basandosi sulle esperienze della sua giovinezza, Konaka crea un’affascinante lettera d’amore per il cinema analogico, in forme lineari e servendosi di figure convenzionali del genere – il nerd, il cinefilo, la giovane musa. Il regista adotta (necessariamente) uno stile da cinema indipendente low budget e, macchina a mano, segue da vicino i suoi personaggi in un viaggio fantastico; il suo entusiasmo è palpabile e la gioia nella creazione di effetti tanto rudimentali quanto efficaci contagia lo spettatore trasportandolo in un’era ormai trascorsa. I nostri giovani eroi ricorrono a ogni mezzo per creare il proprio universo filmico sci-fi dalle atmosfere perturbanti: reverse motion, alterazione dell’esposizione, incisione manuale dei singoli fotogrammi. La tecnica, grezza, pratica e improvvisata, è di natura concreta e non può prescindere dal materiale profilmico e dalle proprietà della macchina da presa. Hiroshi guarda a Lucas e Spielberg, ma un suo amico lo porta a scoprire Kurosawa e il classicismo con una rivelazione illuminante: “Star Wars è il remake de La Fortezza Nascosta”. In momenti come questi, Single8 diventa un meraviglioso “ritratto dell’artista da giovane” mentre il flusso del passato affiora e sparge i suoi fantasmi. La storia del cinema stende le sue ombre elettriche nelle stanze di un adolescente e lo colma d’amore.
“Di cosa parla il tuo film?”, chiede un compagno di scuola a Hiroshi: “Non lo so, per ora ho solo una navicella spaziale.” Gli spazi del sogno non hanno bisogno d’altro.
Titolo originale: Single8; regia: Konaka Kazuya; sceneggiatura: Konaka Kazuya; fotografia: Aikawa Kenichi; musica:Miyazaki Michi; interpreti: Uemura Yū; Takaishi Akari; Fukuzawa Noa; produzione: Single8 Film Partners; durata: 113’; prima uscita in Giappone: 18 marzo 2023