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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

ON THIS EARTH (Chijō, YOSHIMURA Kōzaburō, 1957)

SPECIALE CINEMA RITROVATO 2024 (BOLOGNA, 22-30 GIUGNO)
Retrospettiva “Kōzaburō Yoshimura: tracce di modernità”
di Matteo Boscarol

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Dopo lo splendido Night River, Yoshimura continua la sua esplorazione delle possibilità offerte dal colore, anche se qui in maniera meno espressiva, in una storia ambientata nei primi decenni del secolo scorso. Il film mette in immagini e collega il sistema di sfruttamento dei lavoratori a quello delle geisha, anche attraverso le ottime interpretazioni dei suoi protagonisti. Soprattutto quelle di Kawaguchi Hiroshi e Nozoe Hitomi, che rappresentano, sia nel periodo in cui il film uscì nelle sale, sia nel contesto narrativo, il desiderio di voltare pagina delle nuove generazioni giapponesi.

Siamo nel periodo Taishō (1912-26) e Heiichirō è un ragazzo tutto d’un pezzo che è costretto a traslocare assieme alla madre, che lavora come sarta, in una casa di geisha per poter pagare i suoi studi. Il ragazzo conosce Wakako, la figlia di un industriale, di cui si innamora, ma incrocia anche le proteste e gli scioperi di una fabbrica, dove lavora un suo ex compagno di scuola. 

L’apporto di Shindō Kaneto in fase di scrittura si vede qui più che in altri lavori del periodo diretti da Yoshimura, almeno per quel che riguarda le tematiche affrontate. Lo sceneggiatore e regista giapponese infatti, non ha mai nascosto, durante la sua lunghissima carriera (è scomparso a cento anni nel 2012), le sue simpatie socialiste e verso gli strati più bistrattati della società nipponica, in questo caso gli operai di una piccola fabbrica. In questo senso, Kaneto e Yoshimura trovano un soggetto ideale nel libro di Shimada Seijirō, di cui il lungometraggio in questione è adattato, incrociando anche quel fermento sociale fatto di scioperi, attività dei sindacati e attivismo attraverso i Nihon no utagoe, che aveva scosso la società giapponese del periodo. Si vedano i documentari di Kamei Fumio dedicati alle insurrezioni contro la base americana di Sunagawa e soprattutto l’impegno sociale di un regista come Imai Tadashi e due piccoli capolavori quali Dokkoi ikiteru del 1951 e Kiku to Isamu del 1959.  

Detto questo, forse On This Earth è il film che meno colpisce fra quelli di Yoshimura presentati a Bologna, l’uso dei colori, le ambientazioni nella città di Kanazawa e le interpretazioni, Kawaguchi Hiroshi e Nozoe Hitomi si ritrovano dopo il seminale Kisses (Kuchizuke, 1957), sono di ottimo livello, ma forse il film mette troppa carne al fuoco senza sviluppare in pienezza nessuno dei suoi fili narrativi. La relazione amorosa fra Heiichirō e Wakako, quella non corrisposta e forse nemmeno percepita da parte del ragazzo fra lui e Fukuyo, e finanche lo sciopero ed il rapporto tra operai e datori di lavoro sono ottime idee che forse meritavano più spazio e tempo. Le due linee che vengono sviluppate in maniera soddisfacente sono forse solo il rapporto tra Wakako e Heiichirō, ma il finale è fin troppo melodrammatico, e soprattutto quella che riguarda l’arco narrativo dedicato a Fukuyo, la giovane ragazza iniziata alla vita da geisha. Il suo incontro con il proprietario dell’azienda in sciopero, appena diventata geisha per necessità economiche ed ancora vergine, è messo in immagini con perfetto equilibrio e con il solito ellittico stile da Yoshimura, come nella magnifica scena dei fiori in Night River. Mentre i due parlano e la ragazza beve per farsi coraggio e quasi per rendersi inconscia di quello che sta per accadere, spesso si vedono solo i dettagli della stanza dove i due si trovano o le porte scorrevoli che si aprono e si chiudono. L’uomo non risulta particolarmente volgare o aggressivo nei suoi atteggiamenti, almeno a prima vista, e non ne ha del resto nessuna necessità. La sua posizione sociale e politica rappresenta infatti, nella sua freddezza, il potere economico e anche politico che si può permettere di scegliere la donna con cui passare la serata, senza mostrare apertamente nessun atteggiamento predatorio.

La collocazione di questa scena è importante, arrivando nella parte centrale del film permette allo spettatore di identificarsi con le tribolazioni della giovane ragazza e la sua forzata entrata nella casa delle geisha, ma è posizionata anche dopo la parte in cui vediamo la polizia intervenire contro lo sciopero dei lavoratori. In questo modo quindi, Yoshimura e Shindō collegano la prevaricazione dei padroni e dell’apparato statale sugli operai a quella della società strutturalmente maschilista di chi possiede denaro e potere nei confronti delle donne, anche se, come spesso si vede nei melodrammi ambientati nel mondo delle geisha, sono anche le donne più anziane a perpetuare questo sistema di sfruttamento che nasce da un divario economico e di classe. 

Titolo originale: 地上 (Chijō); regia:Yoshimura Kōzaburō; soggetto: dal romanzo di Shimada Seijirō; sceneggiatura: Shindō Kaneto; fotografia: Nakagawa Yoshihisa; scenografie: Mano Shigeo; musiche: Ifukube Akira; interpreti: Kawaguchi Hiroshi (Heiichirō), Nozoe Hitomi (Wakako), Tanaka Kinuyo (Omitsu), Kagawa Kyōko (Fukuyo), Kawasaki Keizo (Tokio), Saburi Shin (Ichirō), Irie Yōsuke (Fukai); produzione: Daiei; durata: 98’; anno di produzione: 1957; uscita giapponese: 22 novembre 1957.

 

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