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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

THE MIDNIGHT SUN (Ori ni furete, MURATA Hina, 2024)

Speciale Skip City International D-Cinema Festival 2024
di Matteo Boscarol

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Premiato come miglior film nella categoria dei lungometraggi giapponesi all’ultima edizione del Skip City International D-Cinema Festival 2024, il film si avvale di un’ottima interpretazione da parte di Honda Sakiko nel ruolo della protagonista e di un interessante trovata formale su cui si intesse tutta la narrazione.

Fumi sta per compiere vent’anni ed è in procinto di trasferirsi e vivere da sola, ma è preoccupata per il padre rimasto vedovo e per il fratello maggiore Mitsuki. Quest’ultimo vive rinchiuso nella sua stanza da dove non esce da oramai quasi dieci anni. Questa soffocante quotidianità e tensione trova uno sfogo liberatorio in momenti di sogno in cui la ragazza si riappacifica col mondo e con il fratello. 

Suona la sveglia, il rumore quasi assordante dell’aspirapolvere e quello delle stoviglie è un ulteriore cacofonico strato sonoro che aggredisce Fumi ogni mattina. La cucina in cui il padre si dà da fare per pulire e cucinare prima di andare al lavoro è piccola e stretta. Fumi mangia la sua colazione senza gusto e si muove negli angusti spazi dell’appartamento quasi come una sonnambula, lo stesso giorno sembra ripetersi all’infinito.
Si apre così The Midnight Sun, lungometraggio diretto dalla ventiduenne Murata Hina assieme ad altri sette studenti come progetto di laurea e così viene evocato fin dalle primissime scene il senso di soffocamento e quel girare a vuoto quotidiano da cui Fumi non sembra trovare via d’uscita.
La situazione familiare della ragazza, che vive in una cittadina nella prefettura di Gunma, non è facile, la morte della madre e la situazione del fratello, rinchiuso in casa da quasi un decennio, l’hanno piombata in questo purgatorio da cui dovrà uscire, ora che ha deciso di andare a vivere da sola. La vita e i panorami anodini della piccola cittadina di provincia dove tutti si conoscono è resa con precisione nel suo grigiore privo di drammi. Con lo sviluppo della storia comprendiamo meglio cosa si nasconda dietro alla decisione del fratello di rinunciare a qualsiasi vita sociale ed è proprio da questo momento che il film si biforca. Da una parte la routine di Fumi, dei suoi incontri e del suo lavoro, accompagna ogni giorno un ragazzo afflitto da problemi mentali, e quella del padre che non accetta l’esistenza di Mitsuki. Dall’altra i paesaggi sognanti in cui Fumi incontra e passa il suo tempo con il fratello. Se gli interni dell’appartamento, come si è scritto più sopra, sono caotici e spesso l’inquadratura è piena di oggetti e mobili e quindi rende molto bene il senso di stagnazione esistenziale di tutta la famiglia, i paesaggi onirici sono presentati all’esatto opposto. Cielo e mare s’incontrano in un orizzonte ed un panorama aperto dove Fumi sembra quasi perdersi e dove i colori sono rivelatori dello stato d’animo, gioioso, della ragazza. Un altro elemento formale che ritorna spesso durante tutto il lavoro è il ricamo di una balena a cui Fumi sta lavorando. La prima immagine del film, d’impatto e molto tattile, è proprio questo ricamo, che funziona per Fumi come una sorta di talismano ed è forse il portale verso il mondo onirico in cui si rifugia e che le permetterà di andare avanti con la sua vita. 

Titolo originale: 折にふれて (Ori ni furete); regia, sceneggiatura: Murata Hina; fotografia: Yamamoto Yuri; produzione artistica, costumi, ricami: Yoshikawa Rin; montaggio: Sonoki Ami; personaggi e interpreti: Fumi (Honda Sakiko), Mitsuki/Mucchan (Toyoyama Saki); il padre (Mizukami Ryūshi); produttore: Yoshikawa Rin; durata: 80’; anno: 2024

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