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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

TEKI COMETH (Teki, YOSHIDA Daihachi, 2024)

Tokyo International Film Festival 2024

di Matteo Boscarol 

teki

Yoshida adatta per il grande schermo un romanzo di uno degli autori a cui si sente più legato e da cui, per sua stessa ammissione, è stato più fortemente influenzato, Tsutsui Yasutaka. Lo fa riuscendo a catturare quella miscela fra il serio, il surreale e il sarcastico che spesso caratterizza le opere dello scrittore giapponese, specialmente grazie all’uso di un bianco e nero anti spettacolare e dell’ottima performance centrale offerta da Nagatsuka Kyōzō.  

Watanabe Gisuke è un professore di letteratura francese in pensione che si gode la sua tranquilla vita in una vecchia ed elegante casa costruita da suo nonno. Qui le sue giornate trascorrono secondo una routine che si sviluppa fra la preparazione dei frugali pasti, le altre piccole cose quotidiane e la scrittura in preparazione per seminari a cui è ancora invitato. Il professore è vedovo ed abita da solo, interrompe questa solitudine la visita saltuaria di una vecchia studentessa e, un giorno, l’improvviso messaggio via email che preannuncia l’imminente arrivo di un nemico imprecisato. 

Premiato con il Grand Prix all’ultimo Tokyo International Film Festival, dove Yoshida Daihachi si è portato a casa anche il premio come miglior regista e Nagatsuka Kyōzō quello come miglior attore, Teki Cometh inizia come un lungometraggio quasi serio e minimalista che documenta la vita quotidiana del suo protagonista. Per poi trasformarsi, man mano che la storia si sviluppa, in un’amara, ma a tratti comica, riflessione sull’invecchiamento e come la fine della carriera lavorativa, in Giappone forse più che in altri paesi, rappresenti un passaggio significativo nella vita di un individuo. Se nella prima parte del film, Nagatsuka Kyōzō, nella parte di Gisuke, ci offre uno squarcio sui piccoli gesti quotidiani che danno senso alla sua vita post lavorativa, fra la preparazione meticolosa dei pasti, il bagno, la scrittura che comunque il professore continua ad esercitare e il rapporto con una giovane ex studentessa, dalla parte centrale in poi Teki Cometh si trasforma in una sorta di sogno surreale e a tratti davvero terrificante. 

A scaturire questo cambiamento è un messaggio anonimo ricevuto via email che annuncia l’avvento imminente di un avversario, di uno straniero proveniente dal nord. Naturalmente questo messaggio riflette e funziona anche come un simbolo dello stato di ansia di cui l’uomo fa esperienza, in quanto si rende conto di essere entrato nell’ultima parte della sua vita. L’uscita dalla società produttiva e la solitudine che lo accerchia sempre di più, e la distanza dall’altro sesso, è forse il vero “nemico” (il teki del titolo giapponese significa proprio nemico), quello che preannuncia in qualche modo la morte. Dalla parte centrale del  lungometraggio, la realtà interna del protagonista, i suoi sogni e le sue ansie, sembrano riversarsi all’esterno e non si riesce più a discernere dove si trova il limite fra questi due regni. Questo è un tema presente in molti dei libri di Tsutsui, a questo proposito si ricordi almeno Paprika che Kon Satoshi adattò in un riuscito lungometraggio animato nel 2006,  Paprika – Sognando un sogno (Papurika)

Nell’ultima parte di Teki Cometh ai sogni e gli incubi sempre più numerosi del professore, sogni in cui compare spesso la defunta moglie, come una sorta di coscienza o grillo parlante, si aggiunge un senso di un vago pericolo che arriva dall’esterno e che si manifesta, in alcune brevissime ma efficaci scene, quasi come in un film horror.

Se questo slittamento di tono, ma non stilistico, funziona è anche grazie alla scelta di un uso del bianco e nero quasi anti spettacolare e alla magistrale e composta prova attoriale di Nagatsuka, che sa dare al personaggio allo stesso tempo sfumature di gravità e comicità. Ottime spalle per la sua performance sono le interpretazioni di Takiuchi Kumi nel ruolo della studentessa Yasuko, Kawai Yūmi in quella della giovane Ayumi, ma soprattutto nelle poche scene in cui Kurosawa Asuka, nel ruolo della moglie defunta, interagisce con il marito. Concepito durante il periodo pandemico, secondo quanto dichiarato dallo stesso Yoshida, questo isolamento del personaggio principale e la presenza di un nemico esterno e quasi invisibile, inevitabilmente riflette anche la vita ai tempi del Covid e quelli degli anni successivi con la paranoia di essere invasi e contaminati da qualcosa o qualcuno di straniero. 


Titolo originale: 敵 (Teki); regia, sceneggiatura: Yoshida Daihachi; da un romanzo di Tsutsui Yasutaka; fotografia: Shinomiya Hidetoshi; luci: Akiyama Keijirō; scenografia: Tomita Mayumi; musiche: Chiba Hiroki; produttore: Emoru Tōru; personaggi e interpreti: Watanabe Gisuke (Nagatsuka Kyōzō), Yasuko (Takiuchi Kumi), Watanabe Nobuko (Kurosaka Asuka), Sugai Ayumi (Kawai Yūmi); produzione: Geek Pictures Inc.; durata: 108’; anno: 2024; anteprima mondiale: Tokyo International Film Festival, 2 novembre 2024. 

 

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