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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

A TAXING WOMAN (Marusa no onna, ITAMI Jūzō 1987)

SPECIALE ANNI OTTANTA

di Valerio Costanzia

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Racconto morale sull’avidità e sul possesso del denaro, sui cui si innesta una buona dose di umorismo, A Taxing Woman è una riflessione sul pericoloso circuito finanziario tra gang, istituti bancari e società immobiliari sullo sfondo del Giappone anni Ottanta. L’approccio di Itami è tale da rifuggire qualsivoglia lettura sociologica – benché il tema del denaro sia centrale nel film – per privilegiare una lettura quasi antropologica e satirica in cui i due protagonisti, l’esattrice Ryōko e il gangster Gondō paiono, a volte, le due facce della stessa medaglia, l’una disposta a tutto pur di incastrare gli evasori, l’altro consapevole di trovarsi di fronte una donna coraggiosa e determinata. Il film, che sembra sia stato ispirato dalla situazione contingente di Itami stesso, trovatosi, dopo il successo di The Funeral (Osōshiki, 1984) e Tampopo (Tanpopo, 1985) a far parte di una fascia di reddito più alta della precedente e quindi a dover pagare più tasse, ha un suo seguito in A Taxing Woman Return (Marusa no onna 2) dell’anno successivo.        

La giovane e zelante Ryōko, un’integerrima esattrice delle tasse, svolge il suo lavoro con estrema dedizione mettendo in atto tutte le strategie possibili per stanare qualsiasi evasore fiscale che non sia perfettamente in regola con il fisco giapponese. Si tratti di piccoli negozietti di alimentari piuttosto che di una sala gioco pachinko, Ryōko si apposta furtivamente come un investigatore controllando movimenti di cassa sospetti, scontrini e ricevute fiscali, libri contabili e tutto quanto può aiutarla a incastrare i malcapitati evasori. In questo suo furore moralistico la donna si imbatte in Gondō Hideki, un gangster che ha fatto del riciclaggio di denaro, della creazione di società fantasma con prestanomi di persone decedute, di compravendite di case per trasformale in bische e in love hotel, il cuore del suo business, marcando così il nuovo corso della criminalità organizzata che si è ormai evoluta dalla violenza tout court. Ma il lavoro per incastrare Gondō e il suo sodale Ninagawa si rivela molto più difficile e insidioso, oltre che pericoloso, rispetto alla normale routine investigativa di Ryōko la quale non si lascia di certo intimidire, arrivando a instaurare con Gondō una sorta di ambigua amicizia.     

“Violence is obsolete. Now we go to jail for tax evasion. Today we are businessmen” afferma il boss Ninagawa a un affiliato della yakuza che sta per essere arrestato: quasi un manifesto della nuova criminalità che guarda al denaro non come frutto di azioni violente quanto piuttosto di sofisticate operazioni basate su truffe fiscali. Per raccontare questo trapasso verso una “yakuza 2.0” – non dimentichiamo che il film è della seconda metà degli anni Ottanta, il periodo della grande bolla finanziaria, la baburu keiki, (qualcuno ricorderà il libro pubblicato in Italia da Instar Libri nel 1995 Baburu. I figli della grande bolla) – Itami mette al centro della storia il personaggio assai azzeccato di Itakura Ryōko, interpretato da Miyamoto Nobuko, moglie del regista e protagonista della maggior parte dei suoi film.

La figura di Ryōko incarna il celebre modus operandi del “follow the money” coniato nel film Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula del 1976, ovvero se vuoi catturare un criminale segui il flusso del denaro, un motto che è diventato un mantra per chiunque voglia incastrare un gangster ricorrendo al movimento e alle tracce lasciate dai soldi e dalle transazioni finanziarie. In questo senso Itami costruisce una regia quasi entomologica, una specie di manuale del perfetto esattore in cui la ricerca delle prove diventa ossessiva e implacabile, assumendo spesso i contorni della tragicommedia, complice l’interpretazione buffa e, molte volte divertente, di Ryōko alle prese con i piccoli evasori.

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Un’entrata in scena, quella di Ryōko, in media res, dopo circa 10 minuti di incipit in cui il regista racconta loschi affari di Gondō e del suo complice Ninagawa. Lo stacco successivo al titolo del film, infatti, ci mostra la donna seduta con una collega nel dehor di un bar, mentre sfoglia “Elle”, indossando un vistoso paio di occhiali a specchio, sigaretta in bocca e il suo buffissimo caschetto nero (più volte i suoi superiori ironizzano sulla sua acconciatura e sugli abiti trasandati che indossa). Itami scandisce il racconto temporale del film sulla stagionalità: si inizia con “Inverno” (memorabile la primissima sequenza in cui il vecchio Hakamada, un malato terminale, succhia il capezzolo di un’infermiera, assoldata da Gondō per estorcergli la firma come prestanome per il contratto di una società fittizia, la Hakamada Real Estate) a cui segue il capitolo “Estate” in cui Itami descrive e presenta i malaffari della gang di Ninagawa e il life style di Gondō tra abiti firmati, amanti e auto di lusso, per proseguire, dopo il già ricordato frame del titolo, con la presentazione del “metodo” Ryōko di investigazione e del primo approccio agli affari di Gondō. Seguono altri tre capitoli: “Primavera”, in cui Itami approfondisce il curioso rapporto che si viene a creare tra Ryōko e Gondō, mettendo in campo le vicende famigliari di ciascuno (lei, divorziata, ha un figlio che spesso trascura a causa del lavoro, lui, sposato, ha un’amante e un figlio problematico sul quale vorrebbe esercitare il suo ruolo paterno senza però averne l’autorevolezza e la credibilità); “Estate” in cui vediamo la donna promossa a ispettore delle tasse con il risultato di essere sempre più coinvolta e assorbita dal lavoro di ricerca delle tracce del denaro, arrivando addirittura a rovistare in mezzo alla spazzatura in una discarica. Infine, l’ultimo capitolo, “Primavera” che chiude il film con un finale del tutto inaspettato.

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Titolo originale: マルサの女 (Marusa no onna); sceneggiatura e regia: Itami Jūzō; fotografia: Maeda Yonezo; montaggio: Suzuki Akira; scenografia: Nakamura Shūshi; musica: Honda Toshiyuki; interpreti: Miyamoto Nobuko (Itakura Ryōko); Yamazaki Tsutomu (Gondō Hideki); Sugita Jambo (Ninagawa);Tsugawa Masahiko (Hanamura); Daichi Yasuo (Ijuin); Sakura Kinzō (Kaneko); Asō Hajime: (Himeda); Shimizu Kiriko (Kenmochi Kazue); Matsui Kazuyo (Torikai Kumi); Murota Hideo (Ishii Jukichi); Watanabe Machiko (Kangofu); Takeuchi Shotaro (Hakamada Rihei); produzione: Hosogoe Seigo, Tamaoki Yasushi; durata: 127; uscita in Giappone: 7 febbraio 1987

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