OUR 30-MINUTE SESSIONS (Sayonara made no 30-bun, HAGIWARA Kentarō, 2020)
SPECIALE NIPPON CONNECTION (Francoforte, 1-6 giugno 2021)
★★½
Sota è un ragazzo timido e ai limiti dell’asocialità, che fatica a trovare lavoro e coltiva in segreto la passione per la musica. Un giorno trova per strada un mangiacassette e a quel punto gli si materializza di fronte Aki, cantante della band giovanile Echoll, morto alcuni anni prima in un incidente d’auto. Sota si rende conto che quando la musicassetta nel registratore viene avviata lo spirito del defunto prende il controllo del suo corpo per trenta minuti, mentre quando il nastro è fermo Aki gli rimane accanto in forma di spirito. A quel punto i due fanno un patto: l’estroverso Aki aiuterà Sota ad affrontare le sfide della vita in società e a vincere la timidezza, mentre quest’ultimo diverrà un membro degli Echoll e aiuterà il gruppo musicale e in particolare la ex fidanzata del cantante, Kana, a uscire dalla depressione in cui sono precipitati in seguito alla morte del ragazzo.
Hagiwara Kentarō, regista di formazione televisiva già autore nel 2017 della trasposizione cinematografica di Tokyo Ghoul, con Our 30-Minute Sessions realizza un pregevole teen drama romantico che fa suo il linguaggio audiovisivo più contemporaneo. La fotografia dai colori saturi, gli effetti visivi digitali, l’uso consapevole del ralenti e la sapiente messa in scena di alcuni momenti musicali (che molto devono alle belle musiche dei Rayons) danno vita a un film profondamente moderno e fortemente occidentalizzato, quantomeno nelle scelte di regia. Anche il cast – tutto composto da bellissimi astri nascenti del cinema commerciale giapponese, che dimostrano una notevole chimica – riflette alla perfezione il target giovanile e globale della pellicola.
Seppur lontani dalle complessità del cinema più autoriale, Hagiwara e il suo sceneggiatore Ōshima Satomi sanno arricchire il film con alcune riflessioni su temi quali il superamento del lutto, la difficoltà di convivere con i ricordi e la necessaria scoperta di sé che avviene nel corso della gioventù. Il personaggio del defunto Aki, infatti, diviene davvero una sorta di angelo custode, non solo per il protagonista Sota che, grazie al suo aiuto, si lascia alle spalle i timori nell’affrontare il contatto con l’altro (è noto che in Giappone molti individui soffrano di simili problemi, anche a livello patologico) e inizia a scoprire le gioie della vita, ma anche per i suoi ex compagni di band e per la fidanzata Kana che, tramite la conoscenza del “rinnovato” Sota, riescono a ritrovare un senso per le proprie esistenze e a celebrare la memoria del cantante morto tramite la musica. Anche il ménage à trois che si determina tra Sota, Kana e Aki è risolto in maniera abbastanza inaspettata e la malinconia del loro rapporto non lascia indifferenti. La sceneggiatura, poi, è strutturata secondo una struttura climatica che culmina con il concerto finale, apice emotivo di un film che, pur rimanendo piuttosto semplice e privo di particolari sperimentazioni dal punto di vista del linguaggio, risulta in definitiva un piacevole esempio di cinema commerciale, capace di coinvolgere lo spettatore tramite una storia e dei personaggi lineari, ma raccontati con sensibilità.
Jacopo Barbero
Titolo originale: サヨナラまでの30分 (Sayonara made no 30-bun); regia: Hagiwara Kentarō; sceneggiatura: Ōshima Satomi; fotografia: Imamura Keisuke; musica: Rayons; montaggio: Hirai Kenichi; interpreti: Kitamura Takumi (Sota), Mackenyu (Aki), Kubota Sayu (Kana), Kiyohara Shō (Ryosuke), Uesugi Shūhei (Koki), Hayama Shōno (Kenta), Makise Riho (madre di Kana); durata: 114’; anno di produzione: 2020; uscita giapponese: 24 gennaio 2020.