Retrospettiva New Japanese independent cinema 2000-2015 al San Sebastian Film Fest (New Japanese independent cinema 2000-2015 at San Sebastian Film Fest)
Il San Sebastian Film Festival (18-26 settembre) dedica quest’anno una importante retrospettiva al cinema giapponese contemporaneo intitolata New Japanese independent cinema 2000-2015. Un modo per (ri)vedere i lavori prodotti dalla cinematografia dell’arcipelago in questi ultimi 15 anni, anche se la dicitura “independent” è sempre ambigua e si presta a miriadi di letture, includendo film di diversissima fattura, provenienza e dalla storia produttiva assai differente. Ecco la lista completa dei 35 film che compongono la retrospettiva:
H Story (id., 2001) di Suwa Nobuhiro
Hole in the Sky (空の穴, 2001) di Kumakiri Kazuyosh
Border Line (id., 2002) di Sang-il Lee
A Snake of June (六月の蛇, 2002) di Tsukamoto Shin’ya
Border Line (id., 2002) di Sang-il Lee
A Snake of June (六月の蛇, 2002) di Tsukamoto Shin’ya
Bright Future (アカルイミライ, 2003) di Kurosawa Kiyoshi
No One’s Ark (ばかのハコ船, 2003) di Yamashita Nobuhiro
Vibrator (ヴァイブレータ, 2003) di Ryūichi Hiroki
Canary (カナリア, 2004) Shiota Akihito
Late Bloomer (おそいひと, 2004) di Shibata Gō
The Soup, One Morning (ある朝スウプは, 2005) Takahashi Izumi
Bashing (バッシング, 2005) di Kobayashi Masahiro
A Stranger of Mine (運命じゃない人, 2005) di Uchida Kenji
Birth–Mother (垂乳女, 2006) di Kawase Naomi
Sex Is No Laughing Matter (人のセックスを笑うな, 2008) di Iguchi Nami
United Red Army (実録 連合赤軍 あさま山荘への道程, 2007) di Wakamatsu Kōji
Fourteen (14歳, 2007) di Hirosue Hiromasa
Sad Vacation (サッド ヴァケイション, 2007) di Aoyama Shinji
Love Exposure (愛のむきだし, 2008) di Sono Sion
Passion (id., 2008) di Hamaguchi Ryūsuke
Mental (精神, 2008) di Sōda Kazuhiro
Parade (パレード, 2009) di Isao Yukisada
Yellow Kid (イエローキッド, 2009) di Tetsuya Mariko
Love Addiction (ふゆの獣, 2010) di Uchida Nobuteru
Heaven’s Story (ヘヴンズストーリー, 2010) di Zeze Takahisa
Sawako Decides (川の底からこんにちは, 2010) di Ishii Yuya
Saudade (サウダージ, 2011) di Tomita Katsuya
The Cowards Who Looked to the Sky (ふがいない僕は空を見た, 2012) di Tanada Yuki
The Kirishima Thing (桐島部活やめるってよ, 2012) di Yoshida Daihachi
No Man’s Zone (無人地帯, 2012) di Fujiwara Toshi
Cold Bloom (桜並木の満開の下に, 2012) di Funahashi Atsushi
Au revoir l’été (ほとりの朔子, 2013) di Fukada Kōji
The Tale of Iya (祖谷物語 おくのひと, 2013) di Tsuta Tetsuichirō
Miss Zombie (id., 2013) di Sabu
The Light Shines Only There (そこのみにて光輝く, 2014) di Oh Mipo
Sharing (id., 2014) di Shinozaki Makoto
Vibrator (ヴァイブレータ, 2003) di Ryūichi Hiroki
Canary (カナリア, 2004) Shiota Akihito
Late Bloomer (おそいひと, 2004) di Shibata Gō
The Soup, One Morning (ある朝スウプは, 2005) Takahashi Izumi
Bashing (バッシング, 2005) di Kobayashi Masahiro
A Stranger of Mine (運命じゃない人, 2005) di Uchida Kenji
Birth–Mother (垂乳女, 2006) di Kawase Naomi
Sex Is No Laughing Matter (人のセックスを笑うな, 2008) di Iguchi Nami
United Red Army (実録 連合赤軍 あさま山荘への道程, 2007) di Wakamatsu Kōji
Fourteen (14歳, 2007) di Hirosue Hiromasa
Sad Vacation (サッド ヴァケイション, 2007) di Aoyama Shinji
Love Exposure (愛のむきだし, 2008) di Sono Sion
Passion (id., 2008) di Hamaguchi Ryūsuke
Mental (精神, 2008) di Sōda Kazuhiro
Parade (パレード, 2009) di Isao Yukisada
Yellow Kid (イエローキッド, 2009) di Tetsuya Mariko
Love Addiction (ふゆの獣, 2010) di Uchida Nobuteru
Heaven’s Story (ヘヴンズストーリー, 2010) di Zeze Takahisa
Sawako Decides (川の底からこんにちは, 2010) di Ishii Yuya
Saudade (サウダージ, 2011) di Tomita Katsuya
The Cowards Who Looked to the Sky (ふがいない僕は空を見た, 2012) di Tanada Yuki
The Kirishima Thing (桐島部活やめるってよ, 2012) di Yoshida Daihachi
No Man’s Zone (無人地帯, 2012) di Fujiwara Toshi
Cold Bloom (桜並木の満開の下に, 2012) di Funahashi Atsushi
Au revoir l’été (ほとりの朔子, 2013) di Fukada Kōji
The Tale of Iya (祖谷物語 おくのひと, 2013) di Tsuta Tetsuichirō
Miss Zombie (id., 2013) di Sabu
The Light Shines Only There (そこのみにて光輝く, 2014) di Oh Mipo
Sharing (id., 2014) di Shinozaki Makoto
Una lista che è un’occasione di scoperta per chi non segue troppo da vicino il cinema, certo cinema, giapponese contemporaneo, ma che per l’appassionato e per l’esperto è sicuramente uno stimolo per molti interessanti punti di riflessione. Sono presenti infatti nomi che hanno negli ultimi 15 anni raggiunto una certa notorietà, o altri che hanno rafforzato la loro carriera e autorialità, nuovi volti, ma anche nomi che sono purtroppo rimasti solo una promessa dopo un paio di buoni lavori, vuoi per difficoltà ad inserirsi nelle logiche produttive (anche indipendenti), vuoi perchè hanno intrapreso strade diverse non necessariamente legate al cinema. O ancora nomi conosciuti e rispettati durante i decenni precedenti ma che pur realizzando dei lavori di un certo interesse, non hanno saputo mantenersi sugli standard qualitativi degli esordi, sempre senza dimenticare che mantenersi e sopravvivere facendo film ed allo stesso tempo tenendo alta la bandiera del cinema indipendente è, negli ultimi anni nell’arcipelago, diventato sempre più difficile.
È sempre difficile scegliere delle opere indicative di un’epoca e tracciare un percorso che renda al meglio 15 anni di cinema prodotto in un paese, anche quando la qualità generale delle opere e le vibrazioni che attraversano la società non sono forse intense come durante gli anni novanta. Peraltro restano fuori qui tutti quei lavori che non hanno sottotitoli in inglese e che non sono passati quindi nel circuito festivaliero internazionale, ciò taglia fuori così una certa parte degli indipendenti “veri”. Del resto ogni epoca o periodo rimane comunque interessante e meritevole di analisi e di (ri)scoperte, questa di San Sebastian quindi è un’iniziativa più che lodevole, anche per il solo fatto di stimolare, speriamo, qualche riflessione in proposito, la classica ciliegina sulla torta sarà la pubblicazione di un volume (speriamo bilingue) scritto da Ichiyama Shōzo, produttore e direttore della programmazione al Tokyo Filmex International Film Festival, manifestazione nata proprio nel 2000 e che questi 15 anni li ha quindi attraversati in pieno. [Matteo Boscarol]