Ichijiku no mori (無花果の森, Fig Tree’s Forest)
Ichijiku no mori (無花果の森, Fig Tree’s Forest). Regia: Furumaya Tomoyuki. Soggetto: dal romanzo di Koike Mariko. Sceneggiatura: Hayashi Makoto.Fotografia: Kiyoku Motonobu. Musica: Endō Kōji, Ohtake Shirō. Interpreti: Harada Natsuki, Yoon Hak, Enami Kyoko, Miura Masaki, Kadena Reon, Kinoshita Hōka. Produttori: Miyazaki Kyōichi, Andrew Tamon Niwa, Ohsaki Kan, Onoda Hideo. Durata: 108′. Uscita in Giappone: 14 giugno 2014.
Link: Trailer (Youtube)
Punteggio ★★
Una donna (Harada Natsuki) con espressione sofferente aspetta un uomo, che si rivelerà essere suo marito (Miura Masaki), un noto direttore d’orchestra. Le si avvicina un giovane fotografo (Yoon Hak), lei pensa voglia ritrarre il marito famoso ma lui le dà una fotografia di lei mentre viene percossa dal coniuge. Il fotografo si offre di aiutarla ma lei nega di avere problemi. In realtà, come capiamo presto da una serie di flash-back, la donna, che si chiama Izumi è da tempo vittima di pesanti violenze domestiche. Forse l’incontro con il fotografo fa da innesco e Izumi trova il coragio di fuggire di casa. Sola e senza soldi, trova lavoro in un villaggio di privincia come domestica di una pittrice bizzarra e misantropa (Enami Kyoko). All’inizio il rapporto tra le due donne è difficile ma pian piano l’intesa e la fiducia prendono il sopravvento. Un giorno, la pittrice conduce Izumi in un bar gestito da un omosessuale amico di vecchia data. Nel corso della conversazione, l’uomo racconta di aver trovato un nuovo aiutante che, non nasconde, desidera molto. Lo chiama per presentarlo alle due donne e l’aiutante altri non è che il fotografo! Fra Izumi e il giovane inizia una timidissima frequentazione. Lentamente i due si raccontano le loro storie, lei la violenza domestica e la fuga, lui il fatto che è stato indebitamente messo in mezzo a una vicenda di droga ed è dovuto scappare perdendo tutto. Si crea così una solidarietà fra “fuggiaschi innocenti”…
Tratto da un romanzo di Koike Mariko, il film mostra qualche momento di fascinazione ma non riesce a trovare una sua piena credibilità. Nonostante i personaggi di contorno (la pittrice, il gestore del bar) abbiano una loro peculiarità, il gioco delle coincidenze – il fotografo che vuole fare lo scoop sul direttore d’orchestra ma rinuncia perché colpito dalla situazione di Izumi; i due che si ritrovano da fuggiaschi nello stesso villaggio – è davvero forzato e toglie mordente alla vicenda stessa. Troppi silenzi che vorrebbero essere densi di significati, troppo angeliche le espressioni dei due protagonisti. In particolare il fotografo, impersonato da Yoon Hak, membro di un gruppo musicale idolo dei giovanissimi, non riesce praticamente per tutto il film a modificare la sua unica espressione di dolce bellezza triste.
Furumaya Tomoyuki sembrava un regista su cui puntare. Ha esordito vincendo il PIA Film Festival con Kono mado wa kimi no mono (This Windows Is Yours, 1995), storia d’amore tra adolescenti molto attenta alle sfumature dell’animo e ai dettagli dell’ambiente di provincia. I suoi primi film, come Mabudachi (Bad Company, 2001) o Robokon (Robot Contest, 2003), entrambi storie di disagio giovanile ritratto con estrema sensibilità, e ancora Sayonara Midori-chan (Goodbye Midori, 2005), erano opere decisamente interessanti ma l’evoluzione successiva non pare aver confermato le aspettative iniziali. Già Bushido Sixteen (2010) era decisamente dozzinale e ora questo Ichijiku no mori sembra indicare una prospettiva relativamente insignificante. Speriamo di essere presto smentiti. [Franco Picollo]