Nanpū (南風, Riding the Breeze)
Nanpū (南風, Riding the Breeze). Regia: Hagiuda Kōji. Soggetto e sceneggiatura: Ogita Mika. Fotografia: Nagata Yūichi. Montaggio: Ōta Yoshinori. Musica: Akai Kutsu. Interpreti: Kurokawa Mei, Theresa Daley, River Huang, Kaku Tomohiro, Sasaki Daisuke. Produttori: Shū Eisei, Vigo Fan. Durata: 93′. Uscita nelle sale giapponesi: 12 luglio 2014.
Link: Sito ufficiale (con trailer) – Mark Schilling (Japan Times)
Punteggio ★★1/2
Aiko (Kurokawa Mei), giornalista delusa dalla vita perché lasciata dal fidanzato per una ragazza più giovane e delusa dal lavoro, per cambiare aria accetta di seguire un evento ciclistico a Taiwan ma arrivata sull’isola scopre che l’amica ed ex collega che doveva guidarla non è disponibile perché incinta. Decide allora di recarsi da sola al luogo dell’evento facendo il giro di Taiwan in bicicletta. Affitta una bicicletta e cerca una guida che l’accompagni. Tong Tong (Theresa Daley), giovanissima aiutante del negozio di biciclette, sogna di diventare modella e, spacciandosi per ventenne, diventa la guida di Akiko con la speranza di essere introdotta a una audizione per modelle esoridenti. Strada facendo, le due incontrano Yū, che fa anche lui il giro di Taiwan in bicicletta e si unisce a loro. Successivamente, Aiko, incredula, incontra Uemura Go, famoso ciclista giapponese (nella fiction) che altri non è che il cugino di Yū. Tra i quattro si profilano a tratti dinamiche sentimentali ma Tong Tong, che di fatto è scappata di casa per inseguire il suo sogno, viene ripresa dai genitori e tutto si interrompe. Un anno dopo, però…
Commedia giovanile on the road su due ruote, Nanpū (il vento del sud) è un film leggero, volutamente leggero, che si fa guardare proprio per questo. Certo, l’ente per il turismo di Taiwan e la marca di biciclette Giant ci hanno sicuramente messo lo zampino ma il piccolo pregio del film è di pescare con tranquillità dal catalogo delle cose ovvie e anche un po’ finte ma di riuscire a intrattenerci.
La relazione tra le due ragazze non è tanto di superiorità come l’età e la differenza geopolitica potrebbero far pensare. A conferma del legami privilegiato che il Giappone intrattiene con Taiwan (a differenza della Cina), Aiko tratta Tong Tong con la rudezza e l’affetto implicito di una sorella maggiore e gli scambi linguistici tra le due nei rispettivi gerghi, dove ciascuna capisce le intenzioni dell’altra solo dal tono, sono spassosi. Gli intrecci sentimentali – Tong Tong piace al ragazzo del negozio di biciclette ma a lei piace Yū, a cui piace però Aiko, la quale a sua volta è confusa da Umemura, ecc. ecc. – sono appena accennati, ciò che conta infatti non è lo sviluppo delle loro storielle ma piuttosto l’evocazione di attimi di leggera emozione.
Il girare in bicicletta nella natura sotto il sole, sia da turisti che da agonisti, è poi l’altro protagonista della storia. La ciclabile che attraversa Taiwan attraverso paradisi naturali effettivamente da cartolina è nota a tutti gli amanti delle due ruote. Un giusto mix tra queste componenti che da sole non reggerebbero, mantiene così il film in equilibrio e gli consente di arrivare al traguardo senza scosse, leggero come il vento del Sud.
Il regista Hagiuda Koji è stato assistente alla regia di Kawase Naomi in Moe no suzaku (Suzaku, 1997, vincitore a Cannes) e ha poi diretto alcuni film di un certo interesse, fra cui Shindō (2007) storia di amore fra adolescenti dotati di talento musicale, e Kodomo no kodomo (2008). Con Nanpū, si conferma autore non di primo piano ma capace di intrattenere con garbo. [Franco Picollo]