THE COLORS WITHIN (Kimi no iro, YAMADA Naoko, 2024)
SONATINE CONTEMPORANEA
di Matteo Boscarol
Con questo suo nuovo lungometraggio, Yamada Naoko si conferma come uno dei talenti più originali nel panorama dell’animazione contemporanea giapponese, sia per le storie che racconta, sia per i toni e lo stile che spesso impiega nelle sue opere. In questo lavoro, l’elemento distintivo più evidente è l’uso sinestesico dei colori, programmaticamente presente fin dal titolo, i magnifici colori pastellati adottati dalla regista sono infatti usati per rappresentare il diverso carattere e personalità delle persone con cui la protagonista, Totsuko, interagisce.
Totsuko è una studentessa di un collegio cattolico che frequenta le superiori. La ragazza ha la capacità di vedere i “colori” degli altri, è capace di visualizzare cioè il carattere e ciò che rende unica ogni persona sotto forma di tonalità cromatiche. Quando Totsuko incontra Kimi, una compagna di classe piuttosto taciturna, vede in lei un colore blu che la colpisce più di tutti gli altri. Anche se non ha mai suonato uno strumento, Totsuko decide di formare una band con Kimi, che suona la chitarra, e Rui, un ragazzo appassionato di musica che incontra in un negozio di libri usati. Mentre i tre si esercitano in una vecchia chiesa su un isolotto remoto, la musica li unisce, facendo nascere amicizie e suscitando nuovi affetti che li guidano nelle loro scelte adolescenziali.
Yamada Naoko torna a dirigere un lungometraggio animato dopo il successo che l’ha fatta conoscere al pubblico di tutto il mondo quasi dieci anni or sono, A Silent Voice (Koe no katachi, 2016) e successivamente Liz and the Blue Bird (Rizu to aoi tori, 2018) e anche dopo essersi dedicata alla celebrata serie animata The Heike Story (Heike monogatari, 2022). Si tratta allo stesso tempo di un lavoro che si sviluppa sulle linee già tracciate dai suoi precedenti lavori, il ruolo centrale della musica prima di tutto, ma che allo stesso tempo apre anche nuovi percorsi creativi per la giovane artista giapponese. The Colors Within è infatti la prima opera diretta da Yamada che non è un adattamento di un manga o di una serie animata, ma si tratta di un soggetto originale sviluppato dalla giapponese assieme a Yoshida Reiko, sceneggiatrice con cui si è legata in passato in molti altri lavori, sia per il grande che per il piccolo schermo.
Colori e musica sono i due elementi che stanno al centro dell’universo creato nel film, sia narrativamente sia per quanto riguarda lo stile usato. La bellezza del lungometraggio è proprio la sua capacità di trasmettere sensazioni (quasi vibrazioni) visive e sonore, narrativamente infatti, anche se esiste una storia, non succede molto e i pochi contrasti o ostacoli che i tre protagonisti incontrano non vengono mai portati sullo schermo con fare tragico o grandioso. Al contrario si percepisce una pacatezza gioiosa nella quotidianità e nelle piccole difficoltà che uniscono i tre, Totsuko che ha paura di esser considerata strana perché vede i colori delle persone, Kimi che non vuole confessare alla nonna che ha deciso di non frequentare più la scuola e Rui che è combattuto tra lo studio per diventare medico per continuare la clinica della famiglia e la sua passione per la musica.
Questo approccio sereno verso le difficoltà della vita, soprattutto quello di Totsuko (forse la religione cattolica è legata a questo in qualche modo), viene rappresentata anche attraverso l’attenzione che i tre giovani hanno per la tecnologia analogica usata, ad esempio, durante le prove musicali. Inoltre gioca una parte fondamentale nella costruzione della tonalità che il lungometraggio assume anche la scelta delle ambientazioni, una chiesa diroccata in un piccolo isolotto di provincia, un negozio di libri usati e, appunto, la scuola cattolica. Fra le scene più riuscite e che meglio rappresentano il nucleo del film, quella in cui Totsuko ospita Kimi nella sua camera a insaputa delle suore, dove la musica è usata in maniera piacevolmente spiazzante, e quella del concerto finale dove forse però il lungometraggio perde parte del suo equilibrio e rischia di diventare stucchevole.
Titolo originale:きみの色 (Kimi no iro); regia: Yamada Naoko; sceneggiatura: Yoshida Reiko; personaggi e interpreti: Totsuko (Suzukawa Sayu), Kimi (Takaishi Akari), Rui (Kido Taisei); musiche: Ushio Kensuke; produzione: Science Saru; durata: 100’; anteprima mondiale: 10 giugno 2024 all’Annecy International Animation Film Festival; uscita nelle sale giapponesi: 30 agosto 2024.