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SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

MADE IN JAPAN (Nihon seizō, MATSUMOTO Yusaku 2018)

Sonatine Contemporanea

di Valerio Costanzia

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Classe 1992, Matsumoto Yusaku ha debuttato nel 2017 con il lungometraggio Noise. Made in Japan premiato al Moosic Lab 2018 (un importante evento dedicato al cinema indipendente creato nel 2011 dal distributore cinematografico Naoi Takutoshi) è un cortometraggio che affronta il tema dell’uso e abuso dei social e della manipolazione dei media attraverso un caso di cronaca nera che vede coinvolti un gruppo di ragazzi.    

Kyoichi, un ragazzo che lavora in una piccola officina, scopre su un giornale la notizia di un violento omicidio avvenuto nei paraggi del suo luogo di lavoro. Dalle fotografie pubblicate, Kyoichi si convince che il colpevole sia un suo ex collega di lavoro e, spinto dai suoi amici, ne parla sui social scatenando l’interesse morboso dei media e di alcuni giornalisti privi di scrupoli che non esitano a pagarlo per ottenere informazioni sull’evento a puro scopo scandalistico.

In controtendenza con il tema del film e il suo stile visivo concitato che contamina video-selfie, riprese in stile giornalistico e montaggio frenetico da videoclip, Matsumoto Yusaku apre Made in Japan con un lungo piano sequenza e la macchina da presa fissa lavorando in modo esemplare sui codici visivi e sonori del fuori campo. È come se il regista volesse marcare la necessità di uno sguardo non urlato e soprattutto non manipolato, in continuità e senza stacchi, privo, appunto, di manipolazioni come esige lo statuto discorsivo del piano sequenza che assume, come ben sappiamo a partire da Bazin in avanti, precise implicazioni etiche e morali. Girato in notturna, sul greto di un fiume con le luci delle fabbriche che si riverberano sull’acqua, il long take ha un’eleganza formale e compositiva che sfrutta il controluce disegnando una macchia di luce lattiginosa che lascia appena intravedere il brutale pestaggio a cui è sottoposto un ragazzo. L’uscita di campo dei personaggi e i successivi bagliori non lasciano dubbi sulla fine atroce a cui viene sottoposto il ragazzo, non solo, il fuoco che divampa fuori campo diventa esso stesso una fonte luministica che getta una luce sul luogo del delitto illuminando il volto di uno degli assassini.

Come si diceva all’inizio, Made in Japan abbandona la staticità del piano sequenza iniziale per abbracciare un racconto sincopato caratterizzato da due principali piani narrativi: da un lato quello incarnato dall’influencer-streamer che cavalca le proteste contro i media utilizzando la loro stessa scaltrezza e, dall’altro, il plot principale che vede il gruppo di ragazzi capitanati da Kyoichi mettere in piedi, bugia dopo bugia, un caso mediatico attirando l’interesse dei giornalisti.  

Matsumoto orchestra molto bene i due piani narrativi adottando scelte stilistiche diverse, anche per quanto concerne l’aspect ratio: più ridotto quello dei video dell’influencer che poi rimbalzano direttamente sugli screen degli smartphone, creando un corto circuito mediatico, allo stesso modo in cui le immagini delle interviste, riprese dai videoreporter, finiscono sugli schermi della TV.

L’assunto di base del film, “More story, more money”, pronunciato da un giornalista per indurre Kyoichi a raccontare/inventare altri particolari sulla vicenda, viene quindi trattato dal regista con un approccio che unisce alla violenza criminosa dell’uso distorto dei media quella delle immagini attraverso soluzioni di montaggio che spesso sconfinano nel jump cut, con la significativa eccezione, come abbiamo visto, dell’incipit che, in una perfetta struttura circolare, ritorna nel finale sul luogo del delitto.     


Titolo originale: 日本製造 (Nihon seizō); sceneggiatura e regia: Matsumoto Yusaku; fotografia: Kishi Kentaro; montaggio: Matsumoto Yusaku; interpreti: Konishi Takahiro (Kyoichi), Higa Rino (Natsuki), Shinya Kohei (Kenta), Tsuchiyama Akane (Sairi), MAO (streamer) Keitoku Ito (reporter); produzione: Fujii Kōji, Uchida Eiji; durata: 30’; uscita in Giappone: 17 novembre 2018

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