classici1-1845135

SONATINE CLASSICS

SONATINE

Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

YAMABUKI (id., YAMASAKI Juichiro, 2022)

INTERNATIONAL FILM FESTIVAL DI ROTTERDAM ONLINE 

26 gennaio – 6 febbraio 2022

★★★

Chang-su è un immigrato sudcoreano che a causa del tracollo economico del padre ha perso una posizione privilegiata nel suo Paese e ha anche dovuto abbandonare le gare di equitazione. Trasferitosi in Giappone, lavora come operaio nella cava di un piccola città mineraria sognando un impiego full time e vive con la compagna e la figlia di lei. Yamabuki è un’adolescente scontrosa e ribelle orfana di madre (una giornalista che ha perso la vita durante un servizio in zona di guerra) che abita con il padre poliziotto. Il rapporto tra padre e figlia, già problematico, diventa conflittuale quando la ragazza decide di partecipare sempre più di frequente a manifestazioni pacifiste contro la legislazione militare e in generale contro la guerra. 

Un giorno, durante una gita con il padre, accidentalmente l’uomo, tentando di raccogliere dei fiori, fa cadere delle pietre che colpiscono l’auto di Chang-su che sta transitando sulla strada sottostante, provocando un incidente che darà luogo a una concatenazione di eventi.  

Yamasaki Juichiro torna al festival di Rotterdam dopo circa dieci anni dal suo esordio The Sound of Light del 2011. La vicenda di Yamabuki, presentato nella sezione Tiger Competition, è ambientata nella città natale del regista, Minawa: si tratta di una zona di attività estrattive nella quale trovano occupazione molti lavoratori stranieri e che pertanto è composta da una comunità eterogenea e multiculturale. Il film racconta dell’interazione delle vite dei protagonisti soffermandosi in particolar modo sui due principali, ma rendendo anche un quadro sociale composito, nel quale ognuno è alla ricerca del proprio spazio e della propria identità, dagli operai vietnamiti, alla ragazza cinese che frequenta il padre di Yamabuki, alle ragazze del bar che si intrattengono con i malavitosi del posto. 

Girato in 16mm, con uno stile documentario dalle immagini sgranate (soprattutto per le riprese alla cava), Yamabuki è un film corale che accenna a diversi temi: le problematiche del lavoro, l’immigrazione e l’integrazione, l’opposizione alla guerra, le dinamiche in seno al nucleo familiare. A quest’ultimo riguardo il rapporto tra il padre conservatore e la figlia adolescente che anela alla propria indipendenza si traduce in alcune sequenze di confronto tra i due degne di nota. La ‘rosa del Giappone’ o ‘rosa di montagna’, nome della protagonista e titolo del film, metaforicamente è un arbusto che cresce tra le rocce. Un piccolo fiore caparbio.

Yamabuki è un’opera nella quale a una sorta di compostezza femminile (che caratterizza la compagna di Chang-su e la stessa Yamabuki) si contrappone un’apparente maggior fragilità maschile (le crisi prolungate di pianto di Chang-su). In definitiva però, nel caleidoscopio di personaggi risulta determinante la figura della giovane dall’espressione quasi sempre seria, gli occhi velati di pianto per la posizione ferma di rifiuto del padre, o il  viso aperto in un lieve sorriso mentre, in una scena iconica, pedala sotto alberi di ciliegio in fiore.

Claudia Bertolé


Titolo originale: 山ぶき (Yamabuki); regia e sceneggiatura: Yamasaki Juichiro; fotografia: Tawara Kenta; musica: Olivier Deparis; interpreti: Kang Yoon-soo (Chang-su), Inori Kilala (Yamabuki), Kawase Yōta (Hayakawa), Wada Misa (Minami), Miura Masaki, Kurozumi Hisao, Matsūra Yuya, Aoki Munetaka; produzione: Giappone / Francia: Film Union Maniwa, Survivance; durata: 97’.

CONDIVIDI ARTICOLO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *