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SONATINE CLASSICS

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Il blog dedicato al cinema giapponese contemporaneo e classico

Bakamono (The Idiots)

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Bakamono (ばかもの, The Idiots). Regia: Kaneko Shūsuke; soggetto: dal romanzo di Itoyama Akiko; sceneggiatura: Takahashi Miyuki; fotografia: Kugimiya Shinji;  interpreti: Narimiya Hiroki, Uchida Yuki, Shiraishi Miho, Nakamura Yuri, Ikeuchi Hiroyuki; durata: 120′; uscita nelle sale: 18 dicembre 2010.
Link: Sito ufficialeNicholas Vroman (a page of madness)
PIA: Commenti: 3,5/5    All’uscita delle sale: 70/100
Punteggio ★★1/2   
Un ragazzo viene sedotto da una donna più grande di lui, si incontrano sempre più spesso. Per lei è solo sesso, per lui è la scoperta dell’amore. Un giorno lei gli comunica brutalmente che ha deciso di sposarsi e lo lascia. Lui cade nella depressione. Diventa alcolizzato, perde il lavoro, gli amici, la famiglia. Toccato il fondo, riesce a trovare la forza per risalire. Entra in una clinica specializzata, soffre, si disintossica. Ne esce menomato nel fisico e nello spirito ma con la voglia di vivere. Apprende che lei che è rimasta mutilata e si è separata dal marito. Non resiste all’idea di rivederla dopo dieci anni di silenzio e sofferenze, la incontra, ritorna da lei.
Kaneko Shūsuke, dopo l'”apprendistato” nell’industria dei pinku eiga, aveva esordito nel 1988 con il notevole 1999 nen no natsuyasumi (Summer Vacation 1999). Poi, una lunga serie di film tanto di successo quanto insignificanti (vari Gamera, qualche Gozilla, i due Death Note fra gli altri). Ora torna con questa storia meno sensazionalista e più intimista che, pur senza gridare al capolavoro, si fa guardare con interesse. Sia la caduta nell’abisso della disperazione, sia la successiva dolente ripresa sono tratteggiate con attenzione. Anche l’ultima parte, sebbene un po’ scontata, è abbastanza bella: l’incontro di questi due “reduci” della vita (“bakamono”, sciocchi) è rappresentato con una certa dolcezza. L’insieme non è profondo ma neanche stucchevole. Una storia d’amore un po’ meno convenzionale di altre.
Narimiya Hiroki è abbastanza bravo nel recitare le diverse fasi della personalità del personaggio, dall’ingenuo entusiasmo adolescenziale alla incattivita amarezza della delusione, fino alla perdita di sé nell’oblio dell’alcol; Uchida Yuki è una bella donna un po’ antipatica, perfetta nella parte; lateralmente, va registrata la dolce e accogliente presenza di Shiraishi Miho. [Franco Picollo]
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