Inshite Miru: 7-kakan no desu gemu (The Incite Mill – 7 Day Death Game)
Inshite Miru: 7-kakan no desu gemu (インシテミル 7日間のデス・ゲーム, The Incite Mill – 7 Day Death Game). Regia: Nakata Hideo; soggetto: dal romanzo di Yonezawa Honobu; sceneggiatura: Suzuki Satoshi; interpreti: Fujiwara Tatsuya, Ayase Haruka, Ishihara Satomi, Abe Tsuyoshi; durata: 107′; prima: 26 ottobre 2010.
Link: Sito ufficiale – Mark Schilling (Japan Times) – Marco Minniti (movieplayer.it) – Gonin Movie Blog
PIA: Commenti: 2,5/5 All’uscita delle sale: 50/100
Punteggio ★★
“Dieci piccoli indiani” all’epoca del “Grande Fratello”.
Ai giapponesi piacciono le storie misteriose, cervellotiche e mortali, tipo puzzle con la vita in palio. Da Battle Royale a Liar Game, passando per Death Note e L, e fino al recentissimo successo di GANTZ, in ogni stagione ci sono sempre almeno un paio di drama e vari film che raccontano di gruppi di persone coinvolte in un gioco mortale ordito da qualche autorità/entità nascosta o misteriosa. E anche questo film si inserisce nel filone senza aggiungervi nulla nonostante porti la firma di uno dei padri del J-horror.
Con la promessa di un lavoro di pochi giorni straordinariamente ben pagato, dieci persone vengono radunate in un complesso isolato su di un lago dove dovranno restare chiuse per una settimana. Ognuno trova nella sua camera un’arma. Monitorati minuto per minuto da telecamere invisibili, realizzano che dovranno impegnarsi in un gioco estremo di sopravvivenza: alla fine, solo due di essi resteranno in vita e avranno diritto al premio ….
Nato per celebrare i 50 anni di vita della Horipro, la prima società di gestione di artisti a essere stata quotata in borsa, il film raduna una serie di buoni attori della scuderia Horipro sotto la guida di Nakata Hideo, una delle grandi firme del J-horror. Opportunamente, Nakata non accentua la dimensione del “Grande Fratello” , con gli scontati risvolti sociologici, e si limita a mostrare un paio di persone che seguono il dramma in diretta sul cellulare mentre camminano a Shibuya. Per il resto, sebbene cerchi di tratteggiare qualche risvolto esistenziale dei vari personaggi, la sua regia è corretta ma anonima e il film scorre senza mai emozionare veramente.
Ayase Haruka fuori posto, Fujiwara Tatsuya troppo ininterrottamente drammatico, Ishihara Satomi accattivante. [FP]